Marco Fiorito aka Kaos One o più semplicemente Kaos è un rapper italiano classe 1971 che ha saputo coniugare efficacemente lo stile hardcore. La voce rauca e un modo di rappare che lo fa sembrare sempre nel mezzo di un raptus donano grande dinamismo ai brani, simili a flussi di rabbia, un fiume in piena di violenza verbale. Comincia nel 1985, come ballerino di break-dance e writer, infine diventa MC, prima in inglese e poi in italiano, tanto da potersi annoverare fra i padri fondatori della scena. Tra il 1986 e il 1987 insieme a DJ Gruff e l’emcee statunitense Top Cat costituisce la Fresh Press Crew, di cui fanno parte anche DJ Skizo, Soul Boy e Sean. In questo periodo nascono i seminali Radical Stuff. Nel frattempo Kaos incomincia a collaborare con Dj Gruff nel brano “Don Kaos”, la prima canzone in italiano della sua carriera.
Nel 1996 collabora con i Colle Der Fomento e poco dopo pubblica "Fastidio" (1996), prodotto interamente da Neffa. Scurissimo e spesso ossessivo, quest’album è l’ideale seguito di "SxM". Nel 1997 compare nella colonna sonora di Torino Boys con il brano “Quando vengo a prenderti” e in “107 Elementi” di Neffa. Dopo l'Ep "’98 Remix" realizza “Cose Preziose” per l’album Novecinquanta di Fritz Da Cat, oltre a fondare il gruppo Melma & Merda. Il seguito di "Fastidio" si chiama "L’attesa" (1999), ed è il capolavoro che invece l’esordio non era stato a causa della qualità scadente delle registrazioni. La produzione gonfia di funk muscolosi è l’ideale contraltare della ruvida voce del rapper, un equilibrio di forme tonde e spigoli che conferisce all’opera un dinamismo continuo, un andirivieni fra sinuoso e tagliente, fra femminile e maschile.
Da qui in poi la sua carriera sembra davvero giungere alla fine, e per molti anni si articola in progetti minori. Solo nel 2007 pubblica il terzo album "Karma", una specie di compimento della carriera e un nuovo traguardo in termini di produzione e cura dei dettagli, rispetto agli esordi semi-amatoriali. Ha sentito l’impellente bisogno di aggiungere alla carriera il breve "Post Scripta" (2011), poi "Coup De Grâce" (2015) e infine "Chiodi" (2022), quest'ultimo forse il suo testamento definitivo.
(Antonio Silvestri)