Martina Bertoni è una compositrice e violoncellista di formazione classica con una spiccata attitudine verso la sperimentazione.
Ha iniziato a suonare il suo strumento da giovanissima e dopo gli anni di formazione la sua inclinazione per la ricerca sonora l’ha condotta nel corso degli anni a interessarsi e produrre sonorizzazioni per film e serie TV e a collaborare più volte con Teho Teardo, in modo organico nel progetto Modern Institute e contribuendo al primo capitolo condiviso con Blixa Bargeld.
Centrale nella sua pratica sonora è l’indagine sulle possibilità sensoriali attivate dalle frequenze del violoncello, sia sotto forma di vibrazioni acustiche che di modulazioni astratte ricavate attraverso un attento lavoro di filtraggio e manipolazione. A partire dal 2018, assecondando tale orientamento ha iniziato a tracciare il proprio itinerario solista pubblicando due lavori brevi e approdando nel 2020 a un pregevole album d’esordio per l’etichetta islandese Falk.
“All The Ghosts Are Gone”, ben accolto dalla critica, ha da subito messo in chiaro la vocazione a definire paesaggi atmosferici incentrati su un dialogo equilibrato di sperimentazione e ricerca armonica e l’interesse ad esplorare le mutevoli connessioni tra suono e dimensione onirica. Sulla stessa linea si colloca il successivo “Music For Empty Flats” (2021, Karlrecords), album che trae la sua linfa da una serie di input emozionali scaturenti dall’esperienza, al limite del verosimile, vissuta nel plumbeo e solitario inverno di Reykjavík. In esso la musicista di stanza a Berlino disegna un universo inquieto e straniante fondato sull’ampliamento della contaminazione di lessici eterogenei condotta con padronanza tecnica e vivida sensibilità. “Hypnagogia” (2023, Karlrecords) spinge la materia sonora in modo più deciso verso la trasfigurazione delle fonti segnando una riduzione nella presenza della voce pura del violoncello, scelta che comunque non incide sulla resa immaginifica della sua musica.