E vedo il mio cuore occhio e centro, orologio e valvola del mio spazio carnale
(Goliarda Sapienza)
Se la musica è una cosa sentimentale, i Dov’è Liana sono una cosa carnale. In grado di scombinare ogni regola del gioco, senza mai dimenticare il loro unico vero obiettivo: La Gioia. I tre ragazzi francesi inondano chi li ascolta di sincera sensualità e incantevole entropia. Li abbiamo incontrati per farci svelare la loro ricetta.
Vi conoscete fin da piccoli, ma il brano che ha fatto esplodere il vostro successo, “Blue Summer”, l’avete autoprodotto dopo un’estate a Palermo. Suonavate già insieme da tempo o è stata quell’estate a farvi iniziare?
E’ stato quello che in francese di chiama un heureux hazard, un azzardo felice, lo abbiamo fatto per caso, per provare. Ed è pertanto ancora più bello che abbia preso quest’ampiezza, perché è nato per farlo tra di noi, tra amici e non per essere conosciuti. E la cosa più bella, per noi, è che poi ci siamo messi a fare della musica perché questa musica piaceva alla gente.
E poi il vostro successo è stato come un’esplosione…
Sì! E quello che è incredibile è che è arrivato tutto da solo, senza promozioni, senza comunicazione; quindi, è come se la nostra musica avesse avuto un destino.
Pensate che sia legato solo alla città di Palermo, pensate che sarebbe potuto succedere altrove?
Penso che sia legato principalmente all’esperienza che abbiamo vissuto lì, e al fatto che siamo stati estremamente sinceri nel comporre il brano, quasi naif, perché non avevamo alcuna aspettativa di farlo per un pubblico, di farlo funzionare. Penso che sia proprio questo che abbia toccato le persone. Abbiamo adorato la gente, l’energia, abbiamo fatto una canzone su questo e le persone l’hanno amata.
In effetti c’è una frase dell’album "Love 679" che dice che “la musica è una cosa sentimentale”, che significato ha?
E’ una frase che abbiamo scritto in omaggio a Leonardo Da Vinci, che dice che la pittura è una cosa mentale, e noi l’abbiamo applicata alla musica; è una cosa sentimentale.
E c’è un sentimento che volete trasmettere e diffondere in particolare?
La gioia di vivere. Per questo motivo recentemente abbiamo iniziato a leggere, anche durante i nostri live, dei passaggi di “L’Arte della Gioia” di Goliarda Sapienza, ed è tutto lì; cercare di essere gioiosi, malgrado tutto.
C’è stato un momento preciso in cui vi siete resi conto dell’entità del successo che stavate per avere e che la vostra vita sarebbe cambiata?
Noi non veniamo dal mondo della musica, quindi non avevamo idea dei numeri di like, streaming etc. Il momento più significativo è stato il primo concerto a Milano: dovevamo suonare a una serata davanti a 500 persone, non eravamo mai saliti su un palco, non ci eravamo mai esibiti, non avevamo idea di cosa saremmo riusciti a creare, avevamo 4 canzoni all’epoca. E subito prima di esibirci eravamo terrorizzati e ci chiedevamo cosa stessimo facendo lì. A quel punto, abbiamo sentito il pubblico, dietro la tenda cantare tutti insieme “Perché piangi Palermo” e lì abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di enorme. Un altro momento cardinale è stata la prima volta che siamo arrivati in un aeroporto e qualcuno ci aspettava con un cartello con scritto Dov’è Liana. Lì abbiamo potuto dire ai nostri genitori che stavamo facendo bene!
Ora passiamo all’album... “tutte le donne facendo l’amore”, come siete usciti con questo loop ipnotico e divertente?
E' nato componendo “Peace and love Baci”, cercavamo dei sample da utilizzare, e c’era una frase che diceva “tutte le donne portano il sole”, pezzo che poi non abbiamo usato, ma l’abbiamo trovata super. E quindi volevamo creare un sample un po’ mitico e molto identificativo per noi, e quindi abbiamo completato la frase con un po’ di French Touch e finito la melodia creando una cosa per noi sublime.
Mentre “Postcards From The Universe” è più romantica e nostalgica, a chi è indirizzata?
E’ nata da un concetto semplice, facciamo una canzone dove ognuno di noi scrive una cartolina a chi vuole. Quindi ognuno di noi ha comprato una cartolina e ha scritto dei pensieri, alla fidanzata, o alla famiglia, o agli amici. Poi le abbiamo unite ed è nato il testo. E’ il nostro primo brano in cui il testo è scritto da tutti e tre.
Ora passiamo ai live, sono noti per essere delle vere e proprie celebrazioni di gioia e condivisione, che sentimento provate voi durante i concerti? Qual è la sensazione prevalente?
Penso che sia la gioia collettiva, il fatto che tutti siano uniti nella danza e nel canto, e si possa vivere insieme un’energia gioiosa. Vediamo le persone che si abbracciano, anche gente che non si conosceva fino a 10 minuti prima, che ballano tutti insieme semplicemente perché adorano la canzone. Questo lato aggregativo degli animi è formidabile per noi e che ci spinge a continuare a fare musica. Succede spesso che riceviamo dei messaggi su Instagram di gente che si è innamorata ai nostri concerti ed è incredibile.
E infatti nell’album, c’è un interlude di un vocale di due ragazzi che dicono di essersi innamorati con “Perché piangi Palermo”.
Era proprio per rendere omaggio a questa cosa, perché ne riceviamo tantissimi.
Trovate che nei live le persone rispondano in maniera diversa nelle varie città e nazioni?
Di solito sono tutti molto felici ed entusiasti e cantano moltissimo. In Italia, poi, il pubblico è più coinvolto e appassionato, in particolare nel Nord gli spettatori sono in visibilio, fanno delle cose incredibili.
Avete progetti dopo il tour invernale?
Abbiamo diversi progetti sui quali stiamo ancora ragionando, soprattutto stiamo pensando a come migliorare i prossimi show che faremo, abbiamo qualche sorpresa che vorremmo introdurre per il pubblico. E anche, visto che i live ci toccano molto, vorremmo fare un Ep omaggio alle canzoni dal vivo, che sono diverse da quelle in streaming, hanno un lato più grezzo e impattante e quindi ci piacerebbe far uscire in streaming le canzoni come le facciamo in formato live.
(5 gennaio 2025)
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