Jon Anderson

Mille Mani per Mister Yes

intervista di Michele Savoldi

È stato un piacere parlare, nel giro di una decina di giorni, con Rick Wakeman e con Jon Anderson degli Yes. Eh sì, sono proprio d'accordo con il buon Jon (come leggerete più avanti): Steve Howe può fare quello che vuole, ma la musica degli Yes appartiene di diritto ad ognuno dei componenti che vi hanno preso parte. “1000 Hands: Chapter One“, l'ultima fatica dello storico cantante, è un disco avvincente, completo di ogni influenza che nei decenni ha caratterizzato questo eclettico artista e colmo di incredibili ospiti. Jon è come al solito affabile e desideroso di comunicare il suo pensiero ambientalista e la sua visione della spiritualità che a suo avviso talvolta "latita" nell'uomo. Tanti progetti lo attendono come artista e ci attendono come fan, la parola dunque a mr. Jon Anderson...

Prima di tutto devo darti i saluti di Rick Wakeman, col quale ho fatto un'intervista di recente!
Ah, mr. Rick Wakeman...

Abbiamo anche parlato dell'album "The Living Tree"…
Sì, adoro quel disco! Pensa che l'ho registrato durante il mio tour da solista, erano brani sul mio piccolo studio che ho sul laptop: cantavo una canzone, gliela spedivo e alla fine tutto ha funzionato!

Come stai vivendo questi giorni di emergenza sanitaria sulla costa occidentale?
Sto vivendo e apprezzando la vita con mia moglie, ci amiamo un sacco e stiamo passando dei bellissimi giorni insieme, siamo sempre insieme: quando siamo in tour intorno al mondo, quando siamo a casa...dunque ora siamo insieme da mesi ma all'inizio della quarantena stavo facendo un barbecue, sono scivolato sui gradini e mi sono rotto il piede, perciò non potrei andare altrove comunque! (ride)

Jon AndersonParlando del tuo nuovo album "1.000 Hands: Chapter One", ho notato che la selezione di ospiti speciali che hai invitato è incredibile. Quali sono stati i tuoi criteri per scegliere questi fantastici ospiti?
Beh, si tratta di una di quelle cose che succedono nella vita, sai? Stavo registrando delle canzoni di un mio amico che faceva parte della mia prima band: ero sulle montagne a Big Bear (vicino a Los Angeles) con Brian Chatton - il mio amico che ha fatto parte del mio primo gruppo negli anni Sessanta. Abbiamo scritto brani molto belli, poi io sono andato in tour con Kitaro e il mio amico Brian con BB King: non ci siamo visti per tre o quattro mesi e alla fine ci abbiamo messo 28 anni per finire il disco (ride)! Cose che succedono… Poi questo produttore (Michael Franklin, ndr) mi ha chiamato e mi ha chiesto: "Jon, hai ancora i nastri di Big Bear, il posto di montagna?". E io ho risposto: "Sì, ma non ho mixer a 24 piste!". Così mi ha replicato: "Mandali a me che li metto su computer!"... E per farlo ha dovuto mettere i nastri nel forno e cuocerli per farli funzionare almeno una volta prima che si sfasciassero. Comunque ha funzionato per quell'unica volta, sono stati messi su computer e suonavano magnificamente! Ecco come è nato il tutto, ho chiamato Michael il produttore e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto avere Billy Cobham che è uno dei più grandi batteristi di sempre, poi il mio amico Jean-Luc Ponty e lui mi ha detto: "Oh, io conosco Chick Corea, possiamo coinvolgerlo!". Dunque si è sviluppato in questo modo.

Ci è voluto un periodo molto lungo per portare a termine il lavoro?
Beh, inizialmente si è trattato di tre mesi in montagna a Big Bear, poi una volta trasferiti i nastri sul computer di Orlando, dove ha lo studio Michael Franklin, abbiamo iniziato a lavorarci due anni fa e abbiamo finito il Natale scorso. Non l'abbiamo fatto uscire l'anno scorso perché non abbiamo trovato un'etichetta interessata, sai? Perciò l'anno passato sono andato in tour in America con la band, una formazione esattamente come la volevo, in stile ensemble: due tastieristi, un violino, sassofono, flauto, percussioni, batteria, basso, chitarra... Ci siamo divertiti da matti e il pubblico è stato fantastico, ma non abbiamo mai fatto uscire il disco. Ora però è stato pubblicato e l'anno prossimo andremo in tour, una volta che questo virus se ne sarà andato.

Cosa puoi dirci del bell'artwork del disco?
Ah, il mio amico Jay (Nungesser, ndr), che sinora ha fatto l'artwork di sei miei album, una volta è venuto a un mio show solista, ci siamo incontrati dopo lo spettacolo e gli ho chiesto cosa facesse. Mi ha risposto: "Qualsiasi tipo di arte!". Così gli ho chiesto se avesse mai fatto l'artwork di un album e mi ha risposto di no. Quindi gli ho detto: "Ok, sto facendo questo album chiamato 'Survival'"… Lui ha fatto quella copertina e da allora ha realizzato anche tutte le altre, gli piace darmi una mano.

Puoi già dirci qualcosa, se possibile, del Capitolo Due?
Ci stiamo lavorando e abbiamo, credo, già cinque canzoni pronte, ma non inizieremo a fare nulla fino a probabilmente l'inizio del prossimo anno. Speriamo che "1000 Hands" raggiunga molte persone in modo che siano pronte per il secondo capitolo l'anno venturo. Quando uscirà non lo so...stiamo promuovendo ora "1000 Hands", speriamo non ci vogliano altri trent'anni, sarebbe terribile.

Che ricordi hai dei tour recenti a nome Anderson/Rabin/Wakeman?
Ci siamo davvero divertiti con quei due e con una grande band che suonava la classica musica degli Yes! Brani degli anni Ottanta come "Owner Of A Lonely Heart", brani di quel periodo, brani che ho registrato con Rick e naturalmente abbiamo suonato "Awaken" con delle nuove aggiunte da parte di Trevor Rabin. La ARW band, ho visto il video dello show, è davvero grande e abbiamo vissuto splendidi momenti, ma le cose poi cambiano: Trevor sta ancora facendo colonne sonore, Rick i suoi show solisti e nella storia della mia musica ci sono da vent'anni così tanti progetti, dall'inizio dell'era del computer, grazie al quale ho potuto chiedere alle persone di mandarmi la musica da tutto il mondo. Sto effettivamente lavorando con mille persone da tutto il mondo a un sacco di progetti, dunque la mia vita è piena di idee per il futuro e la mia filosofia è: il meglio deve ancora venire, sai?

Sì, speriamo di liberarci da questo virus anche per l'attività dal vivo...
Sono d'accordo! Ho visto un video che mi hanno mandato ed è molto chiaro che non ci stiamo prendendo cura di Madre Terra! La deforestazione è una piaga che colpisce tutto il mondo, gli animali devono fuggire dagli incendi e dalla distruzione delle foreste, così sono costretti a convivere laddove non dovrebbero convivere. Ciò porta delle malattie e ho sentito dire che quella è una parte di responsabilità nell'arrivo del virus in Cina: stanno distruggendo Madre Terra nel modo peggiore! Dunque, dobbiamo cambiare il nostro pensiero collettivamente e per la prima volta siamo tutti connessi nel mondo grazie a Internet, il che è fantastico.

Jon AndersonDopo tutti questi anni come vedi gli Yes, con te e senza di te in formazione?
Non ho mai... mmh... mi sono sempre sentito parte degli Yes, credo che qualunque cosa io faccia sia Yes. Steve fa le sue cose, ha la sua band e va bene così. Cantano le mie canzoni: è la vita! La vita è piena di cambiamenti, di esperienze diverse e finché ci saranno persone che vogliono suonare la musica degli Yes, ben venga. Sai, c'è una band in New Jersey che suona proprio come gli Yes nel 1972, sono pazzeschi: mi hanno mandato un video in cui suonano "Fragile" e suonano esattamente come il disco, è incredibile! Dunque ci sarà sempre musica degli Yes.

Quali sono i tuoi ricordi dell'Italia, come musicista?
Beh, l'altro giorno stavo scrivendo che andrei sempre in Italia, a Roma, a Milano, perché è fantastico! La mia splendida moglie Jane è andata a scuola a Firenze, quindi abbiamo fatto la luna di miele in quella città, poi alle Cinque Terre, a Volterra, a Siena, per vedere l'Italia, un paese meraviglioso, dove vorrei davvero vivere. Per tanti anni siamo venuti in vacanza, ma ricordo una volta in cui ero in tour, credo con Anderson/Bruford/Wakeman/Howe, e lo show italiano era a Milano... spero di ricordarmi correttamente. Non riuscii a cantare perché il giorno prima ero in piscina e misero quella cosa nell'acqua, il cloro: mi svegliai la mattina e potevo a malapena parlare! Ero così arrabbiato, c'erano mille persone che aspettavano di sentrmi cantare. Naturalmente sono salito sul palco, ho indicato la mia gola e ho detto: "Scusate, la mia voce è terribile!" (parlando sottovoce, ndr). Così hanno cominciato a cantare ogni canzone. Io piangevo, ero così emozionato: hanno cantato l'intero show per me! Sarò sempre più che grato nei confronti di ognuna di quelle persone, sarà successo trenta o trentadue anni fa e quelle persone ora saranno cresciute, ma sarò sempre grato a loro, perché hanno cantato tutti i brani al posto mio... incredibile!

È stata una sorta di grande comunione...
Sì! Non lo dimenticherò mai, è impresso nella mia anima! Hanno cantato al posto mio, perché non avevo voce: un momento davvero magico, apprezzo sinceramente ogni fan in Italia e naturalmente nel mondo. Ma quel momento in Italia è stato davvero significativo per me.

Che tipo di messaggio e saluto finale vorresti mandare ai fan italiani?
La cosa più importante è che stiamo vivendo in un periodo di cambiamenti. E dobbiamo davvero cambiare, perché non possiamo sempre vivere lo stesso ciclo vitale durante il quale non siamo stati connessi come amici. Dobbiamo imparare ad amarci l'un l'altro, a rispettarci l'un l'altro: sembra una cosa strana da dire, ma siamo tutti degli indigeni. Chi sta in Parlamento, questo o quel presidente, credono di essere in alto e onnipotenti... no, non lo sono. Sono stati creati dalla gente e dovrebbero servire la gente in ginocchio, essere più intelligenti, più spirituali, perché l'unica ragione per cui siamo vivi è trovare il divino dentro di noi, questa è la sola ragione. Puoi fare questo, fare quello, essere questo, essere quello, ma l'unica ragione per vivere è trovare il divino, lo spirituale dentro di noi vivendo così una bella vita. Siamo molto, molto fortunati ad avere questa esperienza di vita da trasmettere ai figli e ai nipoti, ora io ho dei nipoti e voglio che vivano in un mondo migliore, in un mondo più bello.

Non sprechiamo questa fortuna!
No, no, no! Diamoci da fare: ho il presentimento che il tempo a venire sarà molto migliore. Abbiamo vissuto l'inferno negli ultimi quattro mesi.

Discografia

YES
Yes(Atlantic, 1969)
Time And A Word(Atlantic, 1970)
The Yes Album(Atlantic, 1971)
Fragile(Atlantic, 1972)
Close To The Edge(Atlantic, 1972)
Yessongs(live, Atlantic, 1973)
Tales From Topographic Oceans(Atlantic, 1974)
Relayer(Atlantic, 1974)
Going For The One(Atlantic, 1977)
Tormato(Atlantic, 1978)
Drama(Atlantic, 1980)
Yesshows(live, Atlantic, 1980)
90125(Atco, 1983)
9012Live: The Solos(live, Atco, 1985)
Big Generator(Atco, 1987)
Union(Arista, 1991)
Talk(Victory Music, 1994)
Keys To Ascension(live+studio, Essential, 1996)
Keys To Ascension 2(live+studio, Essential, 1997)
Open Your Eyes(Eagle, 1997)
The Ladder(Eagle, 1999)
House Of Yes: Live At The House Of Blues(live, Eagle, 2000)
Magnification(Eagle, 2001)
Symphonic Live (live, Eagle, 2002)
Fly From Here(Frontiers, 2011)
Heaven & Earth(Frontiers, 2014)
JON ANDERSON
Olias Of Sunhillow (Atlantic, 1976)
Song Of Seven (Atlantic, 1980)
Animation (Atlantic/Polydor, 1982)
3 Ships (Elektra, 1985)
In The City Of Angels (Columbia, 1988)
Deseo (Windham Hill, 1994)
Change We Must (Emi, 1994)
Angels Embrace (Higher Octave, 1995)
Toltec (Windham Hill, 1996)
Lost Tapes Of Opio (Opio, 1996)
The Promise Ring (OM Town, Higher Octave, 1997)
Earth Mother Earth (Ellipsis Arts, 1997)
The More You Know (Purple Pyramid, Eagle, 1998)
Survival & Other Stories (Gonzo, Voiceprint, 2011)
1000 Hands: Chapter One (Blue Élan Records, 2019)
JON & VANGELIS
Short Stories (Polydor, 1980)
The Friends Of Mr Cairo (Polydor, 1981)
Private Collection (Polydor, 1983)
The Best Of Jon & Vangelis (antologia, Polydor, 1984)
Page Of Life (Arista, 1991)
ANDERSON/ BRUFORD/ WAKEMAN/ HOWE
Anderson Bruford Wakeman Howe (Arista, 1989)
An Evening Of Yes Music Plus (live, Fragile, 1993)
Live At The NEC (2 cd + 1 Dvd, live, Vidol, 2012)
ANDERSON/WAKEMAN
The Living Tree (Voiceprint, 2010)
The Living Tree In Concert Part One (live, Gonzo, 2011)
ANDERSONPONTY BAND
Better Late Than Never (live, Liaison, 2015)
ANDERSON & ROINE STOLT
Invention Of Knowledge (InsideOut, 2016)
Pietra miliare
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