Luchè

Rap from Naples

intervista di Alberto Asquini

Sciolti i Co'Sang, Luchè torna sulle scene col suo debutto solista. In questa intervista si racconta tra nuove influenze, considerazioni sulla scena italiana e molto altro.

Luchè, una storia alle spalle coi Co'Sang e ora una vita nuova. Perchè sciogliersi? E come sei ripartito?
Mi trovo sempre a precisare che il motivo dello scioglimento non sono stato io, come invece credono in molti per la mia scelta di fare rap in italiano, quando tutti sanno che anche il 3° disco dei Cosang, che poi non è più uscito, era in italiano. Diciamo senza prolungarci che l'altra parte dei Cosang ha ritenuto necessario sciogliere il gruppo per alcuni problemi interni che a mio parere andavano affrontati diversamente. Ripartire da solo non è facile quando hai già costruito un brand a cui la gente è affezionata, ma io ce la metto tutta e sto lavorando il triplo di prima.

Mi sembra che nel complesso ci sia un fil rouge che unisce ciò che siete stati come gruppo e quel che sei ora: il parlare del sociale. Sei d'accordo?
In un certo senso si, anche se nel mio disco parlo molto più di me che di quanto lo facessi prima. Pero' parlando delle mie idee sulla vita e raccontandomi in prima persona, si evince sempre la storia di un ragazzo cresciuto in un determinato contesto sociale, quindi indirettamente parlo anche dei luoghi che mi hanno formato.

Pensi sia cambiato il tuo modo di fare musica? Mi riferisco proprio ai suoni o al modo di rappare.
Sicuramente si, credo che alla base di un'evoluzione ci sia per forza un cambiamento. I beat sono molto più articolati e curati e il rap essendo in italiano ha metriche e flou diversi pur mantenendo la mia poesia.

Napoli è stato da sempre terreno fertile da un punto di vista musicale. Come trovi sia ora?
Molto peggiorata ci sono più "artisti" che ascoltatori che invece di pensare a fare buona musica che aggiunga un qualcosa di nuovo a quello che è stato fatto già, si limitano a sfogare le proprie frustrazioni sul web. Detto questo Napoli di sicuro continuerà a dare vita a nuovi talenti come ha sempre fatto.

Proprio a tal proposito. Ti senti parte di una scena italiana? E se esiste, è viva e vegeta o la trovi molto figlia delle mode?
Sì, mi sento parte della scena italiana, che è in uno stato critico in quanto l'hip-hop si è da poco affacciato alla massa e c'è fortunatamente un seguito giovane e voglioso di musica nuova, adesso sta agli artisti fare il proprio dovere al meglio per far si che non sia tutto una moda , cosa che davvero credo non sia perché vedo il forte attaccamento dei fan agli artisti. Non è una moda, si sta sviluppando un modo di essere hip-hop molto italiano.

Trovi differenze su come il pubblico si approccia alla tua musica dagli esordi fino ad ora?
Certamente, sono passati 10 anni e spero le persone che mi ascoltavano 10 anni fa siano cresciute con me, anche se molto spesso la gente mi chiede di fare gli stessi pezzi che facevo una volta senza considerare che sono cresciuto e che magari vivo altre situazioni ora o vedo la vita in maniera diversa , questo mi fa pensare che alcune persone non siano cresciute affatto. Detto questo c'è tanta gente nuova che mi sta scoprendo e mi sta dando tantissime soddisfazioni.

Discografia

L1(Arealive, 2012)
L2(Rocciamusic, 2014)
Malammore (Universal, 2016)
Potere(Universal, 2018)
Dove volano le aquile(Columbia, 2022)
Pietra miliare
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