Addio a Max Romeo, pilastro del roots reggae

14-04-2025

Se n’è andato in silenzio, nella Parish di Saint Andrew, Giamaica. Max Romeo — al secolo Maxwell Livingston Smith — si è spento all’età di 80 anni, per complicazioni cardiache. L’annuncio, sobrio ma intriso d’amore, è apparso sui suoi canali ufficiali: “Le leggende non muoiono mai”. E in effetti, chi ha messo fuoco e poesia nel roots reggae non può davvero scomparire.

Nato a St. D’Acre, nella Parish rurale di St. Ann, Max Romeo era cresciuto con le mani nella terra e il sole sulla pelle, lavorando nei campi di zucchero prima di trasferirsi, appena diciottenne, a Kingston. Era il cuore pulsante della musica giamaicana, la metropoli dove i sogni sudano e il suono risuona come un battito collettivo.

Dopo un primo passaggio nei The Emotions, il 1968 segna l’esplosione solista con Wet Dream: un brano tra ironia esplicita e groove sensuale, bandito dalla BBC ma capace di scalare le classifiche britanniche. È il primo indizio di un talento che sa essere irriverente, ma anche visionario.

Nel 1971 pubblica "Let the Power Fall", manifesto musicale e politico che si intreccia con la militanza del People’s National Party. Ma è nel 1976 che Romeo scrive la pagina definitiva: War Ina Babylon, prodotto dal genio di Lee “Scratch” Perry, è uno dei dischi cardinali del reggae. Un album sospeso tra denuncia sociale e spiritualità, intriso di apocalisse e redenzione. Dentro, tracce ormai mitiche come la title track o Chase the Devil, poi risuonate da Prodigy (Out of Space) e campionate da Kanye West, a dimostrazione di quanto la sua voce continui a riecheggiare anche nei paesaggi sonori contemporanei.

Romeo non è mai stato solo un cantante: è stato un narratore di resistenza, un griot del disagio post-coloniale, un uomo che ha saputo vestire la propria inquietudine con le vesti del roots, rendendola universale.

Ora che il suo spirito ha lasciato la materia, resta la sua voce a sfidare il tempo, il potere, l’oppressione. Perché sì — le leggende non muoiono mai. E Max Romeo continuerà a cantare per chi sa ancora ascoltare.

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