Ci sono artisti che attraversano il tempo come schegge impazzite, lasciando scie incandescenti tra cadute fragorose e ascese liriche: Peter Doherty è uno di questi. L'ex-enfant terrible della scena indie britannica, sarà protagonista di un'unica data italiana domenica 15 giugno 2025 al Baravai Festival di Terni, con ingresso gratuito. Un’occasione rara, preziosa, per toccare con mano la nuova incarnazione di un musicista che non ha mai smesso di camminare sul filo della propria sensibilità.
L’occasione è la presentazione dal vivo del suo nuovo lavoro solista, "Felt Better Alive", uscito il 16 maggio per Strap Originals. Un titolo che suona come una confessione e un auspicio, quinta prova solista di un percorso disseminato di inquietudini, ma anche di momenti di sorprendente grazia. Dentro ci sono canzoni che riportano Doherty nella sua forma più intima e disarmata: la title-track, “Calvados” e “The Day The Baron Died” sono istantanee malinconiche di un cantautorato sghembo e lirico, che non ha mai avuto paura di mostrarsi fragile.
Leader e fondatore di due band cardine della rinascita post-punk inglese a cavallo del nuovo millennio, The Libertines e Babyshambles, Peter sembra oggi voler fare pace con i suoi fantasmi. "Felt Better Alive" è un album che guarda all’indietro, ma senza nostalgia: è il diario di un sopravvissuto che scrive canzoni come se stesse ricamando ferite, come se ogni nota fosse un frammento di redenzione. La tempesta autodistruttiva di un tempo sembra essere diventata materia di riflessione più che di perdizione.
Il documentario "Stranger in My Own Skin", uscito nel 2023 e arrivato nei cinema italiani lo scorso autunno, aveva già tracciato i contorni di questa nuova fase: un artista ancora inquieto, certo, ma finalmente consapevole, alle prese con il proprio ruolo di padre, di marito, di uomo. Doherty non rinnega la sua anima rock, ma ora canta con il passo lento di chi ha imparato che la bellezza può anche essere silenziosa.