Van Morrison

Down The Road

2002 (Nonesuch)
songwriter

Sono passati più di trent'anni da “Gloria” uno delle canzoni più amate della storia del rock e diventata quasi un inno per più di una generazione. Altrettanti ne sono passati da capolavori come “Astral Weeks” e “Moondance”, eppure, il grande burbero irlandese è ancora in grado di stupire, di commuovere e soprattutto di fare uno splendido nuovo cd. Eh si, stiamo parlando, ancora una volta, di Van Morrison e del suo “Down the Road”, con il quale ci prende per mano e ci riporta indietro di qualche anno per lasciarci in mezzo alle sue cose migliori.

Ballate struggenti e malinconiche, colonne sonore di giornate uggiose nelle quali la sua voce inimitabile, se possibile, prende ancora più corpo, si muovono tra soul, rock blues e brani jazzati. Ritrovano spazio l'organo hammond, il sax, la tromba, pianoforte e violino. Strumenti in parte dimenticati negli ultimi e non tutti brillanti lavori di Van Morrison. Ed è proprio la title track ad aprire un disco che risulta subito piacevole con il tocco roots dell'armonica che si ascolta con rinnovato entusiasmo. “Meet me in The Indian Summer”, uno splendido uptempo trascinato da fiati e tastiere con un bel testo, precede “Steal My Heart Away”, struggente ballata nel più puro stile morrisoniano. Le successive “Hey Mr.DJ” e “Talk is Cheap” si muovono tra quello che sembra un omaggio a Sam Cooke, uno dei suoi idoli - stessa chiave di lettura per la cover “Georgia”, un pezzo che non manca mai nel suo repertorio live e che qui non sembra suonare particolarmente brillante - e un solido rock blues. “Only a Dream”, con la sua bella melodia, e la jazzata “Evening Shadows” danno ulteriore corpo a un disco che, detto di “Georgia”, non presenta flessioni e anzi regala altre due canzoni che entrano di diritto tra i capolavori di Van Morrison. Prima “The Beauty Of The Days Gone By”, trascinata da una voce calda e profonda e con quel: "I Want to sing a song for you I want to lift your spirit high" che si insinua nell'anima, e poi la conclusiva “Fast Train”, aperta ancora dall'armonica e cucita con classe dall'inconfondibile hammond a da un'insolita chitarra slide.

Da segnalare anche “What Ever Happened To P.J. Proby”, un omaggio a questo misconosciuto cantante dalla voce nera e ad altri personaggi saliti alla ribalta e subito dimenticati, sorta di "one man song". Nel testo di questo brano, Van Morrison sembra quasi chiedere scusa a chi è dovuto scendere subito dal bus, lui che continua a esserci sopra, a essere trasportato in un universo musicale mediocre e dal quale si chiede se non sia forse giunta, anche per lui, l'ora di scendere. Caro vecchio e iroso Van, dopo dischi come questo su quel bus ci si resta a lungo e ti lasciamo in buona compagnia dei vecchi Bob Dylan e Neil Young. Ma forse loro nemmeno ci hanno mai pensato a scendere. Infine, una nota per il bellissimo libretto che accompagna il cd (con tutti i testi e un intro curato da Ben Sidran) e che porta in copertina, altro omaggio alla storia della musica, la foto di un negozio di dischi molto vintage con una memorabile vetrina, e poi un’annotazione giusto per far impazzire i collezionisti: la versione inglese e americana del cd presentano un brano in più: “Man Has To Struggle”.

03/11/2006

Tracklist

  1. Down The Road
  2. Meet Me In The Indian Summer
  3. Steal My Heart Away
  4. Hey Mr DJ
  5. Talk Is Cheap
  6. Choppin' Wood
  7. What Makes The Irish Heart Beat
  8. All Work And No Play
  9. Whatever Happened To PJ Proby?
  10. The Beauty Of The Days Gone By
  11. Georgia On My Mind
  12. Only A Dream
  13. Evening Shadows
  14. Fast Train

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