Erlend Øye è il simpatico nerd dei Kings Of Convenience, il duo norvegese che ha spopolato con il loro unico album "Quiet is the new loud" due anni fa, un buon esempio di folk acustico. Dal vivo l'occhialuto Erlend si dimostrava in breve il finto timido tra i due, ed era solito chiudere i concerti scendendo a ballare tra il pubblico sul ritmo di uno dei loro pezzi remixati electro . La sua ammirazione per l'apparentemente distante mondo dell'IDM e della club-culture era testimoniata dall'aver prestato la sua voce nell'album dei connazionali Röyksopp, fino alla sorprendente, e buona, uscita del disco dei Kings of Convenience remixato da diversi musicisti della scena elettronica internazionale. Il giochetto funziona insomma, e deve aver davvero divertito il nostro finto timido, tanto che eccolo azzardare la prova solista proprio nel genere lontano dalle chitarre acustiche che l'hanno portato alla ribalta.
Esce allora "Unrest", 10 canzoni cantate da Øye e trattate da altrettanti musicisti e dj, ognuno di differente nazionalità; facciamo anche finta di credere che siano tutti amici suoi, che ha riunito intorno a una tavola imbandita e a qualche bicchiere per creare qualcosa di spontaneo, senza che ci sia lo zampino della casa discografica, tanto è il risultato che conta... purtroppo. Le dieci tracce di questo album infatti, che negli intenti vorrebbero realizzare un pop elettronico raffinato, cantato con voce intimista, risultano una più scialba dell'altra. Pochi i momenti, se non di interesse, almeno di piacevole ascolto.
Il primo brano, prodotto da Morgan Geist dei Metro Area, rivela sonorità da pop raffinato anni 80, tra Depeche Mode e Donald Fagen, con Øye che canta con voce distaccata; schema ripetuto identicamente nella traccia successiva "Sheltered Life", e se "Sudden Rush" (a cura di Soviet) prova almeno ad avere un ritornello canticchiabile, pian piano il disco si rivela su un'unica monotona falsariga, con pochissime impennate che destano dal torpore. Si salvano "Prego amore" (curata da Jolly Music) con un ritmo più serrato e un ritornello in italiano ("Prego amore vieni con me"...) perlomeno bizzarro, il synth-pop un po' Bronski Beat un po' Ultramarine "The Athlete", l'electro-glitch di Prefuse 73 in "Every Party Has a Winner and a Loser" che almeno prova a smuovere le acque. Ma alla fine uno sbadiglio di 7 minuti di nome "A While Ago and Recently" (ci ha scomodato Timo Mass), e un prevedibilissimo effetto metallico alla voce del brano di chiusura, arrangiato dal berlinese Schneider TM, completano la frittata.
Non è tanto la bruttezza del disco in sé, è che con un stuolo di collaboratori di questo calibro chiunque sarebbe stato in grado di fare un album come questo "Unrest", che invece si rivela scialbo e inutilmente furbetto. D'altronde con uno slogan di lancio come "Il disco più cool del 2003" che puzza di fregatura come un baccalà, anche i nostri pregiudizi si prendono la loro rivincita. Coraggio Erlend riprendi la chitarra, i falò estivi sulla spiaggia si avvicinano, puoi preparare il tuo riscatto.
27/10/2006