Il nuovo disco di Lisa Germano è l'ennesimo tassello di una carriera spettacolare, con un curriculum di cinque dischi che l'hanno collocata tra le vette del canto d'autore di sempre.
"Lullaby For A Liquid Pig" prosegue nella creazione di un paesaggio musicale alieno ed interiore, dove i fantasmi privati diventano altrettanti suoni. Non c'è più Tchad Blake alla consolle come in "Slide" (vedi l'intervista) ma certo quell'esperienza e' servita, se e' vero che il disco e' stato prima suonato integralmente tra le mura di casa e poi trattato al computer.
E non sono nemmeno più canzoni quelle della Germano: sono trasfigurazioni di altrettanti sogni, dove il surreale diventa la regola, dove la grammatica è quella istintiva delle libere associazioni, e da cui i suoni compaiono e scompaiono, sempre solo di passaggio come nei film più deliranti di David Lynch.
Nulla è normale nella notte che questo disco va a raccontare. Non e' normale la steel spensierata di "It's A Party Time", che sfuma nel caos. Non è normale una ballata solare come "Pearls", che vede entrare e uscire una orchestra e finisce sfocata come attraverso un vetro opaco. Non è normale la cantilena chitarristica di "Paper Doll" che si dipana sospesa in un silenzio denso di rumori e disturbi (stridori, una cantilena di un carillon) e si ferma sul più bello, come un sogno da cui ci si risveglia all'improvviso.
L'abisso si apre veramente solo in un paio di brani. "Liquid Pig" e' un gioiello di produzione dove la voce distorta avanza marziale tra le nebbie di una atmosfera spettrale, come i Black Tape For A Blue Girl remixati da Aphex Twin e con Nico alla voce. Dei suoni da incubo avvolgono anche "All The Pretty Lies", percorsa da una basso opprimente, come dei Cocteau Twins fatti girare al rallentatore.
Gli arrangiamenti, al solito, mettono in luce la grazia e il gusto di un talento rubato alla classica. Sono un puro brivido i plettri di "Lullaby For A Liquid Pig". Sono piu' prossimi alla musica da camera che al rock brani come "Candy", o "From A Shell", qualcosa come una Joni Mitchell con un quartetto d'archi. L'analogia notturna si conferma con "To Dream", che chiude il disco su un "away" sussurrato e inghiottito dal mixer.
In trentasei minuti, Lisa Germano canta praticamente sempre la stessa canzone, ma la maschera dietro un genio musicale di arrangiamento, produzione e raffinatezza compositiva che ha pochi eguali. Troppo superiore per la concorrenza.
27/10/2006
1 Nobody's Playing
2 Paper Doll
3 Liquid Pig
4 Pearls
5 Candy
6 Dream Glasses Off
7 From a Shell
8 It's Party Time
9 All The Pretty Lies
10 Lullaby for Liquid Pig
11 Into the Night
12 To Dream