Pregio o difetto? Di sicuro, una ventata di estiva, superficiale giovinezza, insomma, sia quando essa ammicca pericolosamente al Raf di "Self Control" (la base di "(Reach Up For) The Sunrise"?), o ancor peggio al kitsch latino a la Ricky Martin ("Astronaut"), ma soprattutto quando Simon & C. decidono, peraltro riuscendovi, di correre contro sé stessi quanto a gloriose orecchiabilità trascorse ("Finest Hour", "Taste The Summer").
Se vi reputate già saturi del tormentone odierno, vi invitiamo sin d'ora a spegnere la radio per i prossimi tre mesi, dato che l'imminente secondo hit dal titolo "What Happens Tomorrow", entrerà in men che non si dica fra i classici del gruppo, fra "Girls On Film" e "Save A Prayer": Le Bon canta tanto bene come mai aveva fatto prima (ma in tutto il disco è così, a ben pensarci) su un arioso mezzotempo talmente appiccicoso che al secondo ritornello non ci si potrà esimere dal fischiettarlo, dal cambiare stazione, o dal fare entrambe le cose, ovviamente.
E che dire del funky bianco ostentato in "Finest Hour", possibile outtake di "Notorius" che riesce nell'impresa di mettere in fila dietro di sé tutti i brani di quell'acclamato album? Peccato davvero non potersi cibare di siffatte innocue frivolezze dal bordo di una piscina, sotto un sole cocente: la stagione, in questo, non ci aiuta. Di certo non basterà ai fan più accaniti l'artificio del solarium per pareggiare la voglia suscitata di vacanza, così come al contrario potrà persino avanzare agli agguerriti detrattori dei fab-five (eh si, perché i settanta milioni di dischi venduti pesano, eccome!) almeno per rinnovare gli antichi (f)asti.
In "Astronaut" ci potrete trovare per intero l'universo Duran Duran: le canzoni "così così" prese miracolosamente per i capelli da ritornelli più che convincenti ("Chains"), l'intatta capacità di insegnare ai discepoli come si scrivono brani perfettamente al passo coi tempi (allora accadeva con "Planet Earth", così come oggi succede con "Nice", vero frutto proibito per la Planetfunk generation), e infine la sfrontatezza del lentaccio già sentito che però finisce col rapire la beata ignoranza di nuove leve di fanciulle alle prese coi primi amori ("Still Breathing").
La nostra diagnosi è che i Duran Duran si presentano oggi misteriosamente uguali a sé stessi, ma nel contempo aderenti, con nonchalance, ai tempi che corrono: dunque, come sempre in questi casi, si tratta di prendere o lasciare. E noi, pur sperando di passare inosservati, sommessamente prendiamo.
(12/12/2006)