Quello che stupisce dei Fiery Furnaces è la straordinaria capacità di coniugare qualità della musica e quantità industriale delle loro produzioni. Nel giro di due anni e mezzo i fratelli Friedberger hanno rilasciato due album di incendiaria bellezza (il primo con una proposta di rivisitazione beefhartiana dell'anima rock-blues, il secondo con una tendenza più smaccatamente "progressive") e all'alba del 2005 si ripresentano, più freschi che mai, con un Ep, che di "Extended Play" ha giusto il nome, giacché di 10 brani per 40 minuti di musica si tratta.
Quella che a prima vista potrebbe sembrare la solita raccolta di b-side/outtake/rarità varie sull'onda lunga del successo giustamente acquisito si rivela invece, a tutti gli effetti, per quello che è: una versione fluida, gentile, furba e intelligentemente pop di "Blueberry Boat", album capolavoro dello scorso anno. Dimenticatevi quindi le spigolature blues beefheartiane, le infuocate schitarrate sixties e il rumoroso tappeto sonoro, e tuffatevi invece in una nuova dimensione, in una babele di suoni, arrangiamenti, sovraincisioni e interpretazioni che ammiccano al divertissment dei Beatles e alla raffinatezza di Brian Wilson.
Fermarci qui però, a Brian Wilson e a McCartney, significa non comprendere appieno il valore dell'album. Il loro pop, pur essendo debitore degli allegri Sixties, è infatti aggiornato al presente: all'elettro-pop da classifica di Moby, al cantautorato indie-lo-fi, alla recente ondata di indie-popper raffinati col gusto per la melodia, l'arrangiamento e la stratificazione. Tanto le rivisitazioni di brani già conosciuti, quanto gli inediti sono provvisti quindi di questa stessa intentio: che sia il synth introduttivo a scandire la melodia di "Single Again" o il riferimento alle melodie vocali dance-pop degli anni Ottanta in "Here Comes The Summer"(uno degli inediti) o l'elettro-pop di Moby in "Evergreen" è poco importante. La matrice comune rimane sempre la stessa: creare musica orecchiabile, ballabile e divertente.
E se non bastasse il trittico iniziale a palesare la nuova realtà, basta imbattersi per qualche secondo nella nuova versione di "Tropical Ice-land", velocizzata al punto giusto rispetto all'originale da renderne difficile la disintossicazione da assuefazione. In "Tropical Ice-Land", vero manifesto dell'Ep, la voce di Eleanor prende la strada di un esaltante cavalcata pop nel segno del più divertito divertissment, lontano anni luce dall'intimità acustica dell'originale presente in "Gallowbird's Park". E se vi capita di battere il piede o muovere la testa avanti e indietro, non preoccupatevi, sono semplicemente i segni della vostra vitalità, che l'ascolto di questo pugno di canzoni riesuma.
La seconda parte del disco è forse meno catchy dei primi 6 brani, ma la qualità del lavoro non ne risente: forse perché, per riempire il vuoto lasciato dai ritmi incalzanti e dalle melodie immediate iniziali, viene in soccorso la voglia di sperimentare del duo: i 5 minuti di "Smelling Cigarette" e i 6 della conclusiva (e altro inedito dell'Ep) "Sullivan Social Slub" riflettono il recente amore dei Fiery Furnaces per le melodie sinfoniche in più movimenti, per la stratificazione musicale o più semplicemente per il progressive-pop. Amore, quest'ultimo, che trova ragion d'essere anche in fase di scrittura dei testi, altro grande pregio della ditta Friedberger: mai scontati e banali, le canzoni dei Fiery Furnaces sono poesie e racconti strappati da un diario di bordo di un eterno viaggiatore (la lontananza tra un padre marinaio e la figlia/sirena in "Sing For Me", il masochismo condito a violenza in "Single Again", o la poesia d'avanguardia in "Here Comes The Summer").
In conclusione, i Fiery Furnaces hanno dato ennesima prova della qualità della loro proposta musicale, ma cosa ancor più importante, ne hanno mostrato il lato più immediato, fresco e divertito, rendendo l'Ep accessibile proprio a tutti, anche ai profani dell'indie-pop. I Fiery Furnaces sono tra le cose più interessanti uscite negli ultimi due anni. Che continuino a esserlo!
24/02/2015