Klimt 1918

Dopoguerra

2005 (Prophecy)
alt-rock, metal

"Dopoguerra" è il nuovo capitolo della giovane band romana dei Klimt 1918. Edito dalla tedesca Prophecy, attenta ormai da tempo alle proposte del sottosuolo nostrano, si presenta come una delle migliori uscite del rock made in Italy di questo 2005. Notevolmente apprezzati oltralpe, i nostri hanno avuto a disposizione una produzione accurata e d'alta precisione, seppur non ancora ai livelli di altre realtà estere.

"Melancholic indie guitar rock deluxe" recita l'ormai immancabile adesivo affisso sulla cover di questo disco, dove un cielo rosso sangue e fuoco preannuncia i toni delle canzoni, quasi a evocare la non implicita prima fonte di ispirazione di questo gruppo. Ma non sono gli U2 di "Under A Blood Red Sky", quanto quelli della successiva fascinazione americana di "The Joshua Tree" a segnare il tracciato di Marco Soellner e soci. Tema portante del loro lavoro è la convalescenza, in particolare nel periodo del secondo dopoguerra, come annuncia l'introduzione dell'album che riporta il celebre annuncio radiofonico della liberazione dal regime fascista in Italia, prima di immergersi nelle chitarre melanconiche di scuola Explosions In The Sky, che la faranno da padrone per tutto il disco: impossibile non notarle nella progressione di "Snow Of '85", un pezzo che cavalca un'onda saggiamente modulata dalla distorsione pesante di una delle due chitarre, unita alle note alte ed evocative rapite dal manico dell'altra.

Sono d'altra parte evidenti anche le costruzioni stile Interpol presenti in "Rachel", canzone dedicata a una giovanissima attivista nordamericana assassinata lungo la striscia di Gaza mentre svolgeva la sua missione di pace. "Dopoguerra" è un album che varia quindi i toni delle sue frequenze su diversi stili del rock, senza nascondere le influenze del metal scandinavo, cui un lato del profilo della band è certamente tuttora ancorato. In questa chiave si ascolti la martellante strofa di "Lomo", profondamente debitrice degli svedesi Katatonia, che non rinuncia a un ritornello melodico e di facile memorizzazione prima di lasciare il campo a un'autentica performance metal per il finale, col batterista in doppia cassa e i grandi accordi delle chitarre a riempire l'aria di suono.

Ma forse l'epifania dell'intero disco, al di là degli episodi più facili e azzeccati della doppietta composta dalla title track e da "La Tregua" (ancora inequivocabilmente U2), risiede nella traccia conclusiva del lavoro, "Sleepwalk In Rome", dove un ormai inatteso cantato italiano emerge spezzando a metà una canzone perfettamente riassuntiva dell'intero album. Ed è una lingua cristallina, che risuona lontana e familiare, senza alcuna cadenza o intonazione particolare, che sembra pronunciare, sintagma per sintagma, un tessuto che amalgama scorrevolmente un brano assolutamente evocativo e originale rispetto all'intera produzione rock targata Italia.

C'è talento e ingegno nei Klimt 1918: con una maggiore dose di spontaneità, potrebbero in futuro stupirci ancor di più di questo già sorprendente presente. "Dopoguerra" è nei negozi anche in una versione estesa, con un secondo cd comprendente alcune outtake e versioni differenti dei pezzi contenuti nell'album.

08/03/2017

Tracklist

  1. (Intro)
  2. They Were Wed By The Sea
  3. Snow Of '85
  4. Rachel
  5. Nightdriver
  6. Beacause Of You, Tonight
  7. Dopoguerra
  8. La tregua
  9. Lomo
  10. Sleepwalk In Rome

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