Donaldson e Donovan Quinn ( aka mr. Verdure) e la
new-weird America, variante "strana" e trasognata del folk asciutto e minimale
del nuovo millennio. Un'estetica, la loro, che fa del semplice e del fragile uno
scorcio riflesso di pura evasione vellutata, tra boschi assopiti ai margini di
un'ideale paese delle meraviglie. Una vena pastorale, idillica, trattiene come
in un sogno queste canzoni che hanno la levità di una carezza, la purezza di un
soffio di vento, ma che in questa mitologia dell'incanto finiscono per perdersi
in vagheggiamenti di mondi onirici e paralleli. Troppo onirici e paralleli. Al
massimo, un gioco estemporaneo, un ritirarsi arcadico tra le pieghe di suoni e
melodie esilissime ("Mother, The Sun Makes Me Cry"), dove il folk assume
fattezze silvestri ("Belle Of The Woodsman's Autumn Hall"), giocando con
scenografie fiabesche ("Egyptian Rosemarie"), in cui le voci si mimetizzano una
dietro l'altra, spaurite.
Corpicini gracili e pop-edelici ("Clouds
Through Sparrows Eyes") camminano a ritroso verso il sogno soft-pop d'Albione.
Tratti naturali che collidono con le dinamiche acustiche e autistiche degli
strumenti (chitarre, tamburi, mandolino, dulcimer, banjo, bouzouki) e che
abbozzano acquerelli fin troppo evanescenti, chiusi nel loro perimetro fatto di
spiritualità freak da quattro soldi. Linee di suono che si smerigliano, violini
che sfumano inghiottiti dall'affabile incespicare di un banjo ("Tents Along The
Water"). Un banale dolciastro, che gioca a mosca cieca con gli originali di
John's Children o di Simon &
Garfunkel e crede di sentirsi originale ("Come Down Off Your Mountain,
Moses").
In mezzo, la mini-suite (prendete fiato…) "Careless Gardeners
(Of Eden)/ Sparrows Of Eden (Eden Fading)/ Drunken Gardeners Dance (Paradise
Lost Sweetly)", dove la giostra di flauti, chitarre, percussioni e cinguettii
assortiti dimostra l'amore per il dettaglio ed evidenzia, altresì, la discreta
capacità di delineare, sempre e comunque, uno scenario a-temporale, sospeso nel
vuoto in cui è destinato a perdersi. E se a questo punto la noia non vi ha
ancora dato il colpo di grazia, sappiate che di particolarmente interessante
nulla troverete in ciò che resta: "Minotaur (Burn A Candle For Love)" - organo
circolare e falsetti - "Labyrinth Windows" e "A Child Adrift" sigillano,
infatti, un disco talmente intimista da risultare fastidioso.
Uomo
avvisato...