Ci saremmo persi qualcosa di importante se non avessimo sentito l'album degli Shout Out Louds? Per rispondere a questa domanda occorre fare un po' di chiarezza. La storia del loro "esordio", l'onomatopeico "Howl Howl Gaff Gaff" è lunga e complicata, e risale addirittura a tre anni fa. Il 2003 è infatti l'anno in cui, dopo diversi Ep, il gruppo pubblica nel paese natio, la Svezia, il primo disco, chiamato anch'esso "Howl Howl Gaff Gaff". L'album ottiene in patria un enorme successo di critica e vendite, la band inizia un lungo tour in giro per il paese, pubblica diversi singoli e altrettanti Ep.
Alla fine del 2004 è notata dalla Capitol Records, con cui decide di firmare un contratto e pubblicare un disco per il mercato statunitense. È dato così alle stampe (nel 2005) un nuovo "Howl Howl Gaff Gaff", che non è assolutamente un album di materiale inedito, ma raccoglie alcuni brani del loro "vero" esordio oltre che molti brani dei loro Ep e diverse b-sides. Solo ora, a inizio 2006, quest'album - sorta di "best of" della band svedese - arriva in Italia accompagnato dallo stesso gruppo in tour promozionale.
Ma tutte queste chiacchiere non hanno risposto al quesito principale. Sarebbe stata una grossa perdita se l'album degli Shout Out Louds non fosse giunto alle nostre orecchie? Beh, la risposta è assolutamente sì. Ci saremmo persi qualcosa di bello, perché "Howl Howl Gaff Gaff" è un delizioso esempio di indie-pop svedese; le undici tracce che compongono l'album sono un compendio di trent'anni di storia del rock: da Brian Wilson e Pastels sino a Belle And Sebastian e Concretes, sono diversi i grandi nomi del rock che riecheggiano nelle canzoni del gruppo svedese, ma per favore, non si parli dell'ennesima tribute band con poche idee. Gli Shout Out Louds suonano sempre personali, sinceri, energici. Ogni canzone resta impressa perché estremamente curata: raramente, negli ultimi anni, si sono sentiti arrangiamenti così completi e armoniosi, melodie così incisive. Non è un'esagerazione affermare che praticamente ogni traccia dell'album potrebbe essere un singolo vincente.
Sono i due brani più belli e incisivi ad aprire le danze: "The Comeback", che parte con il suono artificiale di un sintetizzatore, spiazza un po' ma poi diventa una marcetta irresistibile. "Very Loud" invece sfodera una strofa alla Byrds che esplode poi in un glorioso e immediato ritornello ("Little By Little!") da far impallidire il famoso brano degli Oasis dallo stesso nome. Se "Please Please Please" e "100°" sono i brani che più ricordano i Belle And Sebastian, la band, a differenza di quella di Stuart Murdoch, possiede un piglio decisamente più rock che pop, con la voce del frontman, Adam, più sofferta e sbilanciata. Quasi una versione zuccherosa dei lamenti di J. Mascis (Dinosaur Jr, ndr).
"Go Sadness" è il brano più emozionante e intimista del disco, costruito interamente su un sottofondo di organo e chitarra, e di cui rimane impresso il ritornello in falsetto ("Bye Bye Car Keys"); ma anche "A Track And A Train" e "There's Nothing" sono da groppo in gola.
"Hurry Up Let's Go", dall'impianto più tradizionalmente rock, quasi punk, poggia su una ritmica fatta da battiti di mano e suoni elettronici ossessivi, e la conclusiva "Seagull", con i suoi oltre otto minuti di durata, termina l'album con accenni di psichedelia: ritmo martellante, ritornello ripetuto allo sfinimento ("I came across, i came across a friend"), flauti in sottofondo. Parte finale in crescendo con ritmi quasi disco.
L'unico rimpianto a proposito di "Howl Howl Gaff Gaff" sta nell'esclusione della strepitosa "Wish I Was Dead Pt. 2" (recuperatela, se potete!), uno dei tanti singoli pubblicati dal gruppo nei primi anni di attività: scandita da una drum machine e dalle dolci note di uno xilofono, è una canzone bellissima, delicata, toccante. Forse esclusa perché non proprio in linea con il resto delle canzoni della band. Ma stiamo cercando il pelo nell'uovo. È arduo rimanere delusi da album perfettamente confezionati come questi. Per gli Shout Out Louds si prevede un futuro sicuramente roseo.
25/04/2006