Reduce dal clamore per il suo "Smile", nei mesi passati Brian Wilson è tornato in studio per registrare il suo primo "Christmas Album" da solista, dopo che sono ormai trascorsi più di quarant'anni da quello che realizzò con i suoi Beach Boys, nel 1964. Certo, nel 2005 un simile progetto non appare troppo originale ma, del resto, Brian Wilson oggi rappresenta uno dei più "classici" (in tutti i sensi) compositori di musica rock. Non stupisce quindi il fatto che in questo album egli si cimenti con dei classici di Natale, brani tradizionali da lui cantati e arrangiati insieme alla stessa piccola orchestra con la quale ha realizzato "Smile", e con cui sembra avere trovato un particolare feeling.
In aggiunta ai dieci "carols" (due di essi figurano come bonus-track), nell'album trovano spazio anche un paio di brani inediti: quello che reca il titolo all'album, "What I Really Want For Christmas", e "Christmasey" ("On Christmas Day", è un altro brano scritto da Brian alcuni anni fa e figura come terza bonus track). Infine, a questi si aggiungono la opening track "The Man With All The Toys" e "Little Saint Nick" che, invece, sono nuove versioni dei due singoli natalizi appartenenti al passato repertorio dei Beach Boys.
Nella maggior parte, dunque, l'album è composto da vecchie canzoni tradizionali, alcune delle quali ben conosciute anche dalle nostre parti, così come lo sono "We Wish You A Merry Christmas", "Auld Lang Syne", "Silent Night" o "The First Noel". Il tocco di Mr. Wilson è però molto evidente, e spicca in particolare negli splendidi arrangiamenti di "O Holy Night" e "The First Noel", che a tratti non fanno rimpiangere i suoi momenti migliori del passato. Brian riesce anche nella difficile impresa di non rendere troppo scontato un brano celeberrimo come "We Wish You A Merry Christmas", aggiungendo pure un pizzico di rock nel finale. Anche i due brani inediti sono di buona fattura, fedeli al più recente stile di Wilson solista, e bene integrati nell'atmosfera natalizia dell'album. Forse ci si sarebbe aspettati qualcosa in più dalla title track ma, di contro, "Christmasey" è uno dei momenti migliori dell'album, una piccola sinfonia di Natale che a un tema esuberante intercala un accenno dolcemente malinconico. Merita una menzione anche "On Christmas Day" che, dopo un incipit che ricorda la storica "Don't Worry Baby", sviluppa un'accattivante melodia che non avrebbe sfigurato nell'album natalizio dei Beach Boys.
Per quanto riguarda invece proprio le versioni rinnovate dei brani dei Beach Boys, "The Man With All The Toys" contiene un finale diverso e prolungato che la impreziosisce rispetto alla versione originale degli anni 60. A non spiccare troppo, invece, è la versione di "Little Saint Nick", che sembra soffrire un po' il paragone con quella beachboysiana, dalla quale peraltro si discosta poco.
Ma perché oggi Brian Wilson realizza un album di Natale? La risposta sembra essere che anche questo album, così come il precedente "Smile", esprime il forte desiderio del musicista di recuperare una parte del proprio "tempo perduto", forse di riscattarlo da alcune amarezze, forse di vederlo sotto una luce rinnovata. Così, negli ultimi tre anni, prima Brian ha reinterpretato il suo "Pet Sounds" per una serie di concerti - un'esperienza quasi mistica, racconta chi ha avuto la fortuna di assistere -, poi ha magicamente ricomposto i pezzi del leggendario "Smile", e adesso ripropone un album natalizio. Il musicista lo dedica anche al ricordo degli scomparsi fratelli Carl e Dennis: "Mi manca il cantare i canti di Natale con i miei amati fratelli", scrive nel retro di copertina.
In più occasioni, infatti, Brian Wilson ha raccontato che proprio i canti di Natale lo avevano introdotto, sin dalla prima infanzia, al meraviglioso mondo della musica e dell'armonia. Era in quelle riunioni familiari natalizie, in cui cantava insieme ai genitori e i fratelli - rari momenti di serenità in un'infanzia difficile - che egli aveva scoperto e sviluppato le sue doti musicali, trovando nella musica anche un rifugio per le proprie insicurezze, un approdo per i propri sogni. Alcuni anni più tardi, quando era già alle prese con i primi successi dei Beach Boys, una delle sue fonti d'ispirazione fu quel geniale Phil Spector che, nel '63, realizzò il famoso "A Christmas Gift For You": le armonie rock di Spector incontravano i canti di Natale, e l'esito era quantomai rivoluzionario.
Dopo lo shock provocato dall'ascolto di "Be My Baby" delle spectoriane Ronettes, anche quel progetto natalizio dovette colpire Brian, che aveva anche assistito ad alcune session dell'album. Ma il giovane Wilson non si accontentava di competere con Spector, voleva superarlo. Nello stesso tempo, però, a volte non si sentiva affatto all'altezza del compito. Così, alternando momenti di esaltazione creativa a momenti di grande sconforto, alla spectoriana "Be My Baby" aveva contrapposto il proprio capolavoro "Don't Worry Baby"; allo stesso modo, probabilmente fu per replicare a Spector che, nel '64, Brian e i suoi Beach Boys deposero la tavola da surf per registrare un "Christmas Album", guidato da un brillante singolo natalizio uscito alcuni mesi prima, "Little Saint Nick". Con due anni di anticipo sulla rivoluzione musicale di "Pet Sounds", Brian Wilson cominciò a mostrare come la sua "pittura musicale" a ritmo surf contenesse in realtà un denso immaginario poetico, un'estate dell'anima, e che questo immaginario era capace di ricreare persino un'atmosfera natalizia, a prima vista contraddittoria con quelle estive: in realtà, l'innocenza della musica dei Beach Boys sembrava contenere già in potenza l'innocenza associata al Natale. Il risultato dell'album natalizio fu convincente, e avrebbe presto condotto i Beach Boys verso vette sempre più alte.
Dopo aver conseguito lo straordinario equilibrio di "Pet Sounds", però, Brian non fu più capace di contenere da solo il proprio immaginario sempre più debordante, e non riuscì così a realizzare quello "Smile" il cui fallimento lo condusse verso una lunga crisi che, seppur intervallata da brevi lampi creativi, sarebbe durata fino all'inizio degli anni 90. I Beach Boys avrebbero dovuto realizzare un altro "Christmas album" nel 1977, ma il progetto finì nello stesso dimenticatoio di tanti altri mai realizzati. Quel che ne resta, una manciata di brani, è oggi presente nella più recente ristampa in Cd del "Christmas album" del '64.
Dunque, appare chiaro come questo album odierno abbia alle spalle una storia travagliata, che è anche la storia del suo autore. Per chi ne ha seguito con attenzione gli ultimi momenti della carriera, è però evidente che, ormai da qualche anno, qualcosa è davvero cambiato: Brian Wilson sembra avere ritrovato non solo la voglia di tornare a scrivere musica, ma sopratutto quella fiducia in se stesso che aveva progressivamente smarrito, insieme alla propria voce migliore, sin dalla seconda metà degli anni 60. Non è davvero eccessivo affermare che per lui sia ormai cominciata quasi una seconda vita artistica, in particolare da quando - a partire dal '99 - ha ripreso anche l'attività concertistica dopo un'assenza decennale. Un caso veramente raro, il suo - per non dire unico - e che lo rende non solo più credibile di tanti altri suoi attempati colleghi, ma soprattutto ancora capace di stupire ed emozionare in modo autentico. Insomma, sembra che davvero in lui ci sia ancora tanto da scoprire o da riscoprire.
Si apprende che l'ex Beach Boy si trova già al lavoro per realizzare un nuovo e più ambizioso progetto, e questo attuale in effetti sembrerebbe un album senza eccessive pretese, di passaggio a qualcos'altro. Se dovesse però esserlo nello stesso modo in cui lo fu, ai tempi, quello dei Beach Boys, allora potremmo prepararci ad alcune sorprese nel futuro. Vedremo nei prossimi mesi cosa ci riserverà Brian Wilson e, intanto che si approssima Natale, godiamoci questa piacevole colonna sonora delle feste, che è già un classico assicurato.
19/10/2005