Pietro De Cristofaro, napoletano classe 1970, è il principale intestatario del Progetto Songs For Ulan. Dopo un debutto a proprio nome ("Reverse", del 2001) che riscuote poco successo sia commerciale che di critica, nel 2003 Pietro decide di affidarsi alle capacità artistiche e produttive di Cesare Basile e dà vita, insieme ad alcuni amici, a questo gruppo arrivando a pubblicare in tempi brevi un primo omonimo Ep.
"You Must Stay Out", che nonostante la breve durata può comunque considerarsi l'album d'esordio, scorre lungo i solchi già tracciati dalla prova precedente, ballate folk-rock dai toni secchi e desertici intrise da venature di blues deviato o da colorazioni di alt-country di frontiera, con la voce solista mantenuta sempre in evidenza, molto più marcata rispetto alle trame sonore che le sono d'accompagnamento.
Un disco di ballate, insomma, i cui riferimenti possono essere Mark Lanegan nei pezzi più animati (le cadenze di "The Counting Song", le esplosioni e i riverberi elettrici di "Little" o il blues dal passo pesante e scuro di "On My Hand"), ma anche il miglior Ryan Adams, nella dolce rassegnazione dell'iniziale title track.
Nel folk lieve e pizzicato di "3 Submarines" o nelle malinconie di banjo, piano e archi di "Somebody Else Do It", possiamo trovare anche legami con il Jeff Tweedy e il Mark Linkous più sommessi e nostalgici, mentre gli echi lontani della tesa desolazione di "No More, No Less" possono ricordare lo Steve Von Till solista.
I pregi del lavoro di De Cristofaro & friends sono diversi: "You Must Stay Out" mantiene costante una certa intensità e fa passare così in secondo piano anche episodi minori come la ballata "Julie" e il valzerino di "A Present" (con una fisarmonica che, immagino, si vorrebbe waitsiana, ma che invece ricorda più i Modena City Ramblers), le tracce sono tutte autografe, tranne la cover di "Secret Fires che fu di Jeffrey Lee Pierce, e tutte più che dignitose, la voce di Pietro dimostra personalità e i tappeti musicali, in particolare certe elettrificazioni di chitarra di Basile e Hugo Race, illustre ospite, funzionano alla perfezione.
Volendo invece individuare i difetti, si potrebbe osservare che non esistono momenti eccezionali, canzoni che risaltano e che conferiscono un qualcosa in più e, cosa più grave, il minutaggio è troppo ridotto; la questione non è tanto della durata complessiva (35 minuti e spicci), ma di quella delle singole tracce, che più volte si concludono dando l'impressione di essere incompiute, come se ne fosse stato sfumato (o tagliato) il finale.
Nell'insieme però il disco risulta essere una buona prova, che gli amanti di certo songwriting folk-rock non potranno non apprezzare, un'opera che dimostra ambizione e sicurezza, e che fa di Pietro De Cristofaro e dei suoi Songs For Ulan una bella realtà del presente da tener d'occhio anche in futuro.
22/12/2006