1990s

Cookies

2007 (Rough Trade)
pop

Non sarà difficile per i 1990s diventare uno dei gruppi più apprezzati ed ascoltati di questa nuova estate musicale. La band viene da Glasgow e, nonostante il nome scelto lasci forse pensare all’ennesimo revival smorto e prevedibile di quanto il pop abbia detto e non detto nello scorso decennio, la musica tende a posizionarsi in maniera piuttosto sorprendente in un immaginario sonoro ed estetico fortemente anni Settanta, poco distante dai fasti del glam, insistentemente citato in più luoghi e canzoni di questo attesissimo primo album degli scozzesi, intitolato "Cookies".
A guardare questi 1990s, vuoi perché sono un terzetto, vuoi perché la morfologia facciale del cantante John McKeown risulta davvero bizzarra, il primo parallelo che salta subito alla mente è con i Supergrass (che pure andavano e vanno in una direzione piuttosto differente). Poi si scopre che due dei 1990s militavano anni fa, insieme ad Alex Kapranos e Paul Thompson dei Franz Ferdinand, negli Yummi Fur (forse qualcuno se li ricorderà ancora) e lo scenario inizia a farsi più chiaro.

Anni Settanta, si diceva, e già questa è una scelta piuttosto originale e in controtendenza se è in parte vero che i due maggiori filoni revivalistici dell’attuale musica anglo-americana hanno negli ultimi anni privilegiato da un lato l’esplorazione e il recupero della ramificata genealogia dei generi musicali anni Sessanta (dal folk alla psichedelia, passando attraverso il garage) e dall’altro si sono rivolti a una consistente riscoperta e rivalutazione degli anni Ottanta ( attraverso un massiccio rinascimento di floride fioriture di post-punk e synth-pop). Invece, questo disco d’esordio dei 1990s letteralmente trabocca di droghe, edonismo impazzito ed esasperante e un desiderio, a tratti sottilmente distruttivo, di divertimento totale e definitivo, che appartiene completamente agli anni Settanta e che, esattamente come allora, arriva quasi a coincidere con il completo e balbettante annullamento del pensiero ("enjoy" è del resto una delle parole chiave di questo disco, attraverso tutta un’articolata gamma di sfumature e risonanze semantiche).

Verrebbero da proporre accostamenti con Status Quo, Ram Jam, Mott The Hoople, in un certo senso anche i Queen, ma in fondo i due principali ispiratori della musica dei 1990s rimangono David Bowie e soprattutto Lou Reed (esplicitamente citato in almeno due canzoni, che non rivelerò).
Pezzi come "You Make Me Like It", "See You To The Lights" o "You’re Supposed To Be My Friend" sorridono spensierati e infilano sotto la lingua "Lalala" come francobolli colorati, affidandosi a chitarre che irrorano con i loro esuberanti fluidi ormonali melodie spesso molto efficaci e catchy, rese ancora più trascinanti e ballabili da linee di basso sculettanti e sinuose e da una macchina ritmica di una puntualità implacabile. Basta ascoltare composizioni come " Risque Pictures" o " Enjoying Myself" per rendersi conto che il gruppo preferisce quasi sempre ricorrere a un lessico molto semplice e diretto, giocato quasi totalmente sulla vivacità spumeggiante delle strutture ritmiche e su melodie asciutte e perforanti (per questo probabilmente qualcuno ha parlato di power-pop).

Non mancano, comunque, momenti più vicini alla ballata, come "Arcade Prescint" o "Weed", che avanza strascicata e barcollante mentre il baccanale di euforiche visoni del disco inizia lentamente a prosciugarsi e la mente si spalanca su note di chitarra che raffigurano scenari di irriducibile spossatezza e desolazione, forse noia. Anche se poi il pezzo più insolito e interessante finisce con l’essere "Situation", che si riconnette invece ad atmosfere CBGB’s attraverso una lunga fuga chitarristica a briglia sciolta, che ricorda quasi l’ascesi inarrestabile e totalizzante dei Television di "Marquee Moon".

Diciamo così: se i gruppi dell’attuale panorama indie somigliano a una coca cola dolciastra e svaporata, allora i 1990s sono un chinotto amarognolo e frizzantino. Non è poco.

30/05/2007

Tracklist

  1. You Made Me Like It
  2. See You At The Lights
  3. Cult Status
  4. Arcade Precinct
  5. Switch
  6. Enjoying Myself
  7. You're Supposed To Be My Friend
  8. Pollokshields
  9. Risque Pictures
  10. Weed
  11. Thinking Of Not Going
  12. Situation

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