Uno dei non pochi e sempre validi progetti di Marco Bernacchia, già Above The Tree e MAZCA, Gallina è rock strumentale in forma di jam che adotta i ben noti espedienti di riff cervellotici, distorsioni, tempi doppi e irregolari, ma usati con rinnovata intensità.
Le ripetizioni frenetiche sferzate da rullate e controtempi di "Zappa e Martello", il quasi-jazz modale in crescendo di "Violette e Ciclamini", i sovratoni quasi-industriali di "Pulcino n'Roll!", il funk-metal astruso di "Nerina", esternano un disimpegno che raggiunge una notevole compattezza d'intenti, quasi un concept senza significante.
"Il Salto della Quaglia", "Saldate il Soldato Che Raglia" e "L'Uovo" compongono persino un trittico fatto di chitarre in sballo, acid-rock leggermente dissonante, e accelerazioni hard rock. Il pezzo forte è "Gallin Che Dorme" (e il più lungo con i suoi cinque minuti), una sorta di requiem fratturato che sfuma nei versi dei pennuti da pollaio - da cui il nome del progetto - che poi gli strumenti pian piano imitano.
Con le sue citazioni anodine di Slint, Don Caballero e math-core progressivo, e con la sua certosina competenza, è post-rock italico per l'era della crisi, scodellato, oltre a Bernacchia, da Michele Grossi dei Dadamatto e Francesco Zocca di Guinea Pig e Lleory, d'una mattanza abrasiva e concisa. Uscito in origine nel 2007, ristampato nel 2011 per merito di Bloody Sound e dell'ottima iniziativa "Ectoplasmi" - di cui questa è la quarta uscita - collana dedita al recupero di entità "maledette" nel territorio nazionale.
(13/11/2011)