My Awesome Mixtape è la ragione sociale allargata del giovane cantautore bolognese Paolo "Maolo" Torreggiani, sotto la quale si raduna uno stuolo estensibile di musicisti che spaziano dal fratello Emilio (già chitarra dei Settlefish) al bassista Mirko Venturelli, dai chitarristi Nicola Nesi e Francesco Cassino ai rhodes di Barbara Padani, da Jukka Reverberi e Gabriele Malavasi a Jonathan Clancy. Dal vivo la formazione assume assetti tanto cameristici quanto collettivistici (con relativa improvvisazione), ma sempre con un piglio da happening di strada. La loro frenetica attività ha portato a fondere un’impostazione electro-melodica (tanto analogica quanto glitch, tanto ballabile quanto rilassata, tanto hip-hop quanto folktronica) con canto emotivo e urgente, secondo una sorta di lo-fi sofisticato e massimalista.
Anticipato dall’Ep "Songs Of Sadness Songs Of Happiness" (su Lp one-sided, ndr), il debutto su disco lungo si pone dunque come il risultato della continua ricerca in fieri del compositore in erba. "Napalm On B*** G****", ad esempio, si permette di incrociare canto alla Xiu Xiu quieto e melodico, uno svelto battito quasi kraut su organo modulato, invenzioncine di contorno alla Yello e lavoro sulle voci soffuse alla Tv On The Radio. Così per la catchy "The Saint Valentines Day Massacre", via acustica rutilante su base hip-hop, accelerazione techno-pop e finale tema spicciolo di tastiera, su canto rabbuiato e robotico.
"The Loser Ballad" è invece un requiem personale che perviene a una disintegrazione sonica in stile cLOUDDEAD (e a una baraonda vocale quasi Residents), e l’iniziale "Love On Cabin Class" è un piccolo crescendo (pure ispessimento vocale di cantilene quasi-mantriche) per organo e umori ritmici in qualità di pulsazioni, con apertura armonica ambientale e una rinascita drum’n’bass in parte rasserenata.
Qua e là si odono vaghi echi (ma spavaldi, anglofoni, orecchiabili alla Roommate) delle rapsodie degli Offlaga Disco Pax. Comunque sia, "Diderot", piece ultrasonica con nuove armonie vocali stranianti alla TV On The Radio ma contaminata da una sottospecie di hit synth-pop, è un’altra delle punte alte dell’album, e "What A Strange Supposition" impagina una striscia d’organo, rap afflitto (con cori angelici) e una polifonia estatica.
"Hilarious" accumula distorsioni elettroniche e fraseggio analogico da techno d’altri tempi, mentre "Lilith Spring" propone una nuvola di synth barocco alla Dntel con loop ritmico e contorni glitch alla Isan; entrambi prevedono refrain ossessivi e accavallamenti di strofe corali quasi apocalittiche. "Silently April Left Us Without A Kiss" riparte dalla techno progressiva di marca Underworld (ma intuitiva), per farla contrastare con un andamento ultramelodico da gruppo vocale, "Francis Turner" parte da un duetto soul per arrivare a una soffusa processione pagana, e il commiato "End Of The Night" si affida a scale discendenti di tastiera e battimani electro.
Si tratta di un progetto mutante, continuamente conteso tra gioco ricercato, liriche verbose e reportage umorale decadente. Da soprassedere perché troppo vicino ai modelli americani (Mush, Anticon, Plug Research) e/o berlinesi (Scape, Morr)? Troppo facile. Più gratificante è cercare le citazioni letterarie sparse (Lee Masters e Carver, oltre alla napoleonica corrispondenza d’amorosi sensi del titolo), crogiolarsi negli accenti patetici che lo costellano senza tregua, cogliere i numerosi intarsi naif dei fin troppo scriccioli brani, bearsi delle illogicità nelle introflesse strutture-canzone. Le sortite canore del leader (e compositore indiscusso, ma illuminato), anticarismatiche e ridondanti fino allo spasimo, sono simpatiche e riscaldano l’ambiente.
Prodotto in collaborazione con Andrea Sologni ("Sollo" per gli amici), fonico dei Giardini di Mirò, pure alle backing vocals, masterizzato da Davide Barbi con "compressori autocostruiti".
21/11/2007