Protagonista della scena indipendente canadese attraverso la sua presenza nei Wolf Parade, nonché musicista part-time dei Frog Eyes, Spencer Krug riversa nel suo progetto Sunset Rubdown le sue inclinazioni più sperimentali, aiutato da Camilla Wynne Ingr dei Pony Up e da J.R. Cramer e Mike Doerkson, che contribuiscono a creare un sound più concreto dei precedenti lavori. Un sound che appartiene a pieno titolo alla scena indie che va dai Broken Social Scene agli Swan Lake. Sonorità scarne, un po’ dandy, un po’ acustico-alternative: il nuovo cd dei Sunset Rubdown riempirà l’attesa del nuovo progetto a marchio W.P.
Le due tracce che aprono l’album sono quasi perfette. "The Mending Of The Gown" è il segno della maturità: il suono si arricchisce di beat, cambi melodici che molto devono alla tradizione glam inglese (Cocney Rebel su tutti ), mentre "Magic Vs Midas" è talmente ricca di sfumature che necessita di vari ascolti prima di mostrare tutta la sua struggente bellezza: quasi low-fi, con atmosfere da giostra abbandonata, piano giocattolo e squarci sonori brevi e malinconici.
Le capacità compositive di Krug si esprimono al meglio nelle sue canzoni apparentemente più destrutturate, ma mentre nella lunga "Stallion" si intravedono alcuni limiti del progetto, ovvero un eccesso di identità che svuota la personalità del disco, in "Up On Your Leopard" i richiami celtici danno spessore a un altro degli episodi più brillanti e originali.
Più maturo e ricco dei precedenti album, "Random Spirit Lover" mostra comunque cedimenti, come nella ballad "For The Pier" e nel confuso rock di "The Taming Of The Hands" e non va meglio nel mix di Bowie (era "Heroes") e progressive di "Setting Vs Rising" e "Trumpet, Trumpet, Toot, Toot".
Altre buone vibrazioni regalano "Winged", che sembra uscita dai dischi dei Ween, e la conclusiva "Child-Heart Losers", caratterizzata da un coro di bambini che non evoca dolcezza quanto stupore e amarezza.
Concludendo, un capitolo che vede il progetto di Spencer Krug fare un passo avanti nella giusta direzione. Le ombre che avvolgono alcuni episodi fermeranno solo i nuovi fan del gruppo, mentre per chi conosce i suddetti saranno visibili i segni di crescita. Forse, Krug disperde troppe energie in progetti e collaborazioni per realizzare un disco più personale e concreto; se questo disco vi stimolerà, date un orecchio ai compagni di scuderia Swan Lake (dove Krug collabora) per avere un esempio più ricco e creativo di indie-rock canadese.
In attesa di una maggiore personalità, ci godiamo a piccole dosi questo "Random Spirit Lover", un album che spesso diverte e spesso incuriosisce. Nella speranza che in futuro il mezzo voto di fiducia non si tramuti in delusione.
10/10/2007