Classico esempio di un disco in cui ci sarebbe molto più da dire sul suo autore che non sull’effettivo contenuto, “Christmas 1979” è l’ennesimo tassello della sterminata e variegata produzione di Wild Billy Childish, cantante, musicista, pittore, scrittore, poeta e chi più ne ha più ne metta.
Uomo quantomeno originale, inglese classe 1959, Billy è ormai un personaggio di culto apprezzato da molti colleghi più illustri (Kurt Cobain e i White Stripes, ad esempio, anche se con questi ultimi ha avuto un bel diverbio) e da un buon seguito di pubblico, soprattutto per il suo atteggiamento sempre onesto e passionale verso la musica.
E questo è anche ciò che si riscontra come maggior pregio in “Christmas 1979”, raccolta di canzoni a tema natalizio scherzose e irriverenti fatte di garage e punk-rock verace e sporco, con qualche tinta blues (“Christmas Hell”) e omaggi agli Who (“Father Christmas Is Dressed In Green”;"A Quick One (Pete Townsend's Christmas)"), ai Ramones (“Mistletoe”) o a Link Wray (“Link Wray Christmas”).
Di certo quest’album non vi regalerà niente che non conosciate già e qualitativamente non ha grandi pregi, ma senz’altro è una bella prova di come si possa ancora fare un disco con le viscere e gli attributi, con canzoni che trasudano passione e divertimento, senza pensieri di produzione, marketing o business.
D’altra parte, ci mancherebbe pure che il selvaggio baffone, tra libri, dipinti, foto e dischi, si mettesse a pensare ad altro ancora.
01/02/2008
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