Non bastasse la musica, c'è anche una foto di copertina che davvero non ammette dubbi: Woods Family Creeps è l’ennesimo avamposto/mini-confraternita con la passione per tempi andati, foto consunte, pacche sulle spalle e “si stava meglio quando si stava peggio”. Qualunquismo? Non proprio.
Diciamo solo, giusto per non perdere tempo e fare un piacere al lettore, che in quest’omonima fatica il duo di Brooklyn fa poco o niente per uscire fuori dal marasma freak-folk, portando avanti, tra l’annoiato e lo sbandato, un misto di divertissement andato a male e sentimenti sbiaditi.
I soliti rituali psych (di cui è a conoscenza, ormai, anche mia nonna) qui appaiono, infatti, un po’ troppo fumosi, anche quando mantengono intatto quel carattere ombroso d’ordinanza (“End To End”). Le ballate assomigliano ora a sbadigli post-prandiali (“Howling On Howling”), ora a stralunati incroci tra Akron Family e concrete music (“Creeps Collage”), ora, a tormenti adolescenziali “privatissimi”, di cui, onestamente, ci frega poco (“Spike”).
Le jam, dimesse e disorientate, sono buttate lì un po’ a casaccio, quasi come se, assorbita, così così, la lezione dei Supreme Dicks, dell'ispirazione si sia fatto scempio… (“Diamond Days”). Se col folk-rock solare di “Twisted Tongue” vanno ampiamente sul sicuro, le cose si fanno leggermente più interessanti con lo strumentale sinistro e misterioso di “Family” (funereo cerimoniale dai tratti Jandek-iani) e il cattivo trip allucinogeno di “Sleep, Sleep, Sleep”.
Invece, in chiusura, abbiamo trovato del tutto inutili e fuori luogo le fragranze spy-movie di “The Creeps”. Ma, chissà, forse avevano in mente qualcos’altro…
Comunque, tirate le somme, fossi in voi, io non perderei tempo con queste sciocchezze…
06/04/2008