I Bishop Allen, da Brooklyn, New York, Usa, proseguono il proprio cammino artistico che li conduce a inizio 2009 al fatidico terzo album della propria carriera, a meno di due anni dal precedente “The Broken String” e a ben sei da “Charm School”, l’adolescenziale debutto che ricevette subito buone recensioni da parte della stampa specializzata a stelle e strisce.
Fra l’altro nel 2006 la band fu protagonista di una singolare produzione: rese disponibile sul web un Ep per ogni mese dell’anno a rigorosa cadenza mensile, contribuendo in maniera significativa a rafforzare un nuovo modo di distribuire e fruire la musica.
Una bella spinta promozionale è recentemente intervenuta grazie all’apparizione nel film e nel trailer di “Nick & Norah”, la pellicola che narra le vicende di Nick, giovane bassista di una band emergente, interpretato da Michael Cera, quello di “Juno” tanto per intenderci.
I Bishop Allen hanno contribuito alla colonna sonora del film con il light-ska-punk di “Middle Management”.
Nel frattempo, Justin Rice e Christian Rudder (i due titolari della ragione sociale) sono entrati in studio con una serie di collaboratori e con Bryce Goggin fido consulente in cabina di regia, noto per i suoi precedenti con Pavement e Apples In Stereo.
Il risultato è questo nuovo “Grrr…”, pubblicato sull’etichetta di proprietà, la misconosciuta Dead Oceans.
Sia che parlino di animali esotici e non (“The Lion & The Teacup”, “Cue The Elephants”, “The Magpie”, “Tiger Tiger”), sia che ci propongano deliziosi snapshot dell’estremo Oriente ("South China Moon” e “Shangaied”, che peraltro hanno qualcosa di orientale soltanto nel titolo), la formula proposta dai Bishop Allen resta sempre saldamente ancorata a facili melodie che ospitano chitarre mai aggressive e a volte pronte a lambire territori vagamente folkie.
Troppo gentili per riuscire a caratterizzarsi nell’affollato mondo dell’indie-pop contemporaneo e troppo snob (musicalmente parlando, sia chiaro) per poter ragionevolmente puntare a traguardi ambiziosi. Stretti fra l’allegra futilità dei Los Campesinos! e l’impeto ritmico dei Franz Ferdinand, non riescono a eccellere né per un aspetto, né tantomeno per l’altro.
Ma intanto un altro mattoncino è stato posto, appuntamento al prossimo disco per spiccare il grande salto.
25/02/2009