Louise Le May

Tell Me One Thing That Is New

2009 (Folkwit Records)
chamber-music

Ho sempre espresso la mia perplessità sull’opinione comune che vuole attribuire solo alla musica del passato un valore artistico assoluto. la differenza tra il vecchio e il nuovo ha ragione di esistere solo con riferimento al suo impatto sociale e culturale. Molti sostengono che gli ultimi dieci anni della musica rock corrispondano al suo medioevo stilistico, ma si confonde il valore dell’arte anche con il suo riscontro commerciale: se la bravura di un pittore o di uno scrittore dipendesse dal suo successo, dovremmo ritenere inutili gran parte dei punti fermi della musica rock.
Questa introduzione per sottolineare che l’inaspettato gioiello sonoro “Tell Me One Thing That Is New” dell’esordiente Louise Le May rischia di passare inosservato, in virtù della minore attenzione dei media e del pubblico. Dieci anni fa le major avrebbero fatto a cazzotti per scritturare un talento come quello di Le May, ma nel 2009 diventa invece difficile anche garantire una distribuzione del suo mini-album.
Forse ciò non è del tutto negativo, infatti non oso pensare lo scempio che le case discografiche avrebbero fatto di questo disco: le delicate atmosfere pastorali delle sue canzoni non avrebbero goduto degli arrangiamenti orchestrali minimali di Louis Philippe, non sarebbe stato possibile gustare la grazia dell’elettronica mescolata ai suoni classici di pianoforte e chitarre acustiche, inoltre la voce angelica e ricca di sfumature di Louise Le May si sarebbe trasformata in un monolite timbrico da far sguazzare su canzoni levigate e prive di emotività.
 
E' un bene che la musica non appartenga più alla logica delle grandi cifre, in fondo: ciò permette a “Tell Me One Thing That Is New” di esistere, ed ecco che la grazia di Louise Le May ci trascina nel mondo magico del chamber pop con cinque splendidi quadretti sonori e due reprise strumentali. L’impatto di queste canzoni è simile alla meraviglia che provocò l’esordio di Kate Bush, ma anche alla gioia segreta che accompagnava l’ascolto di Vashti Bunyan, Linda Perhacs, Judee Sill.
La voce di Louise Le May vibra come le ali di cento farfalle, mentre sonorità scintillanti vestono le sue preziose armonie: “Be My Guru”, “Photographic”, “Coal Marble Stone”, "The Only Fish" e “War With Love” sono eleganti e suadenti, ma possiedono anche una insana malinconia che rende stranianti anche le semplici ed essenziali armonie.

Gli arrangiamenti di Louis Philippe impediscono al romanticismo di sopraffare il tono descrittivo degli strumenti, il piano, il quartetto d’archi (il Convent Garden Quartet), le tastiere, la batteria e il basso sono un fluttuante tappeto magico per la voce di Le May.
Completano il mini-album due reprise strumentali che conferiscono dettagli rilevanti per comprendere lo spessore delle composizioni, le sonorità sono profonde e misteriose, ricche di pathos, le matrici folk sono raffinate da soluzioni sonore che rimandano alla musica da camera, le timbriche soffuse rimandano ai Cocteau Twins di “The Moon And The Melodies”.

Per comprendere il talento della cantante, basta ascoltare con attenzione “Photographic”, costruita su un solo accordo e ricca di raffinate modulazioni timbriche della voce: nessuna esasperazione emotiva, nessuna enfasi, Louise Le May centra il cuore armonico del brano senza trucchi o effetti speciali, la stessa magia che pervade “Be My Guru”, dove la musica e la voce sembrano fluttuare nel vento mentre gli archi dipingono atmosfere esotiche.
Ogni brano mostra un intenso lavoro e una grande attenzione ai particolari, “The Only Fish” è sorretta da un arrangiamento neo-classico costruito su due pianoforti che inseguono la stessa linea armonica senza portarla mai a compimento, un piccolo capolavoro di Danny Manners e del produttore Louis Philippe, mentre i toni elegiaci di “Coal-Marble Stone” e la struttura psichedelica di “War With Love” confermano le grandi potenzialità di Louise Le May.

Fredo Viola, Sean O’Hagan, Eric Matthews, Danny Manners, Van Dyke Parks e altri musicisti hanno organizzato un tam tam su internet per sopperire alla mancanza di sostegno critico di questo incredibile esordio di Louise Le May, mentre sulla pagina di Myspace fa capolino un eccellente demo di una nuova composizione.
Aggiungo la mia flebile voce al coro su descritto, nella speranza che in questo sonnacchioso e impaurito 2009, qualche altro incauto lettore sia catturato dalla curiosità e si perda tra le affascinanti trame sonore di questo gioiello.

22/12/2009

Tracklist

1. Be My Guru
2. Photographic
3. The Only Fish
4. Coal-Marble Stone
5. War With Love
6. The Only Fish II
7.  Be My Guru II

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