Quindici album per Luke Haines, quattro realizzati con la band più nota, ovvero gli Auters, quattro con la splendida trasfigurazione denominata Black Box Recorder, uno travestito da electronic-hero con il nome di Baader Meinhof, e infine sei album a suo nome, un percorso musicale ricco di eccellenti intuizioni musicali e denso di humor e sarcasmo.
Da anni Luke Haines è più noto per le sue bizzarre analisi sociali e culturali, piuttosto che per la sua sempre intelligente proposta musicale, il pubblico non gli ha perdonato il sacrificio degli Auters, ma Luke è alieno alle regole del music business.
"21st Century Man" è capitolo rilevante per il musicista: Haines abbina storie personali e ritratti storici e sociali, nell’insieme più riuscito della sua recente discografia; glam-rock, storie mondane, musica progressive, horror gotico, scale armoniche di tocco classico, scintillanti arrangiamenti kitsch, ovvero il meglio del suo campionario musicale coordinato con impagabile e struggente cinismo.
Quale autore avrebbe il coraggio di dedicare un brano al leader dei Van Der Graaf Generator, (“Peter Hammill”) su un indiavolato ritmo glam-rock alla T. Rex, o a “Klaus Kinski” con lo stesso candore dei Belle And Sebastian?
Svettano sul resto la energica mistura di citazioni sonore di “English Southern Man”, un eccellente breve poema in musica, e “Love Letter To London”, una delicata riflessione sull’abbandono della metropoli da parte degli inglesi, ma il vero centro emotivo è la title track “21st Century Man”, una confessione viscerale e ricca di macabro humor, dove Luke Haines libera passioni e livori citando Rolling Stones e David Bowie (di cui celebra la morte sul palco mentre la gente muore di Aids).
Il resto dell’album scivola elegantemente con citazioni di James Bond (“Our Man In Buenos Aires”), science-fiction senza extraterrestri (“Russian Futurists Black Out The Sun”) e amorevoli tributi alla sua terra (“Suburban Mourning”).
Luke Haines dimostra di essere uno dei pochi eredi di Ray Davies, il suo amore per il rock’n’roll e il pop british è sempre autorevolmente anti-britpop, la sua penna sarcastica descrive con brillante ironia l’attuale mediocrità dell’Inghilterra. Inoltre, il bonus album incluso nelle prime copie, “Achtung Mutha”, rasenta l’art-rock, con citazioni dei Velvet Underground, spoken voice e sprazzi di folk-pop.
La musica di Luke Haines resta sempre amabilmente fastidiosa e in “21st Century Man” tutto diventa più definito e corposo e lontano dalla prevedibile mediocrità dello star system.
24/12/2009
21ST CENTURY MAN
1. Suburban Mourning
2. Peter Hammill
3. Klaus Kinski
4 .Love Letter To London
5. Wot A Rotter
6. Our Man In Buenos Aries
7. Russian Futurists Black Out The Sun
8. English Southern Man
9. White Honky Afro
10. 21st Century Man
ACHTUNG MUTHA
1. Achtung Intro
2. Mother
3. The Great Brain Robbery (Part 1)
4. Ex Teds
5. The Great Brain Robbery (Part 2)
6. Playground Dread
7. Greenwich Observatory
8. The Great Brain Robbery (Part 3)
9.Fag Break