Gli Orka, qui all’esordio, provengono dalle Isole Far Oer, e già questo dona all’operazione un tocco di giusto esotismo che come al solito stimola la curiosità. Se poi aggiungete che il disco è stato registrato in un fattoria e interamente con strumenti autocostruiti, a partire da materiali trovati nella fattoria stessa, be’ allora aumenta di molto l’interesse, un interesse stimolato dalla stranezza, nella speranza di scoprire chissà quale chicca oscura.
In effetti il suono di questa formazione è piuttosto peculiare nel rimescolare retaggi post-industriali in una salsa sostanzialmente pop. La scrittura non è sempre a fuoco, ma il gruppo è da tener d’occhio.
21/03/2009