Continua l'infatuazione di Doug Scharin per il Giappone. A tal punto da intitolare il suo nuovo album con un ideogramma di quel paese che sembra una lettera h scritta in stampatello minuscolo ma si legge "hmmmm". Già sul precedente "1110" Scharin aveva stretto forti rapporti con il Sol Levante e in particolare con gli Ultra Living dei fratelli Nonaka.
Su "ん" la fusion elettrica di Scharin si tinge di nuovi colori, aggiungendo così alle solite conturbanti poliritmie afrobeat il timbro esotico delle voci giapponesi. Su "Creode" un groove denso come il mercurio si distende sotto una chitarra che sembra uscita da una vacanza ai Caraibi di Leo Nocentelli, mentre la voce di Ikuko Harada crea il filo del racconto inseguendo una semplice e ipnotica linea melodica, probabilmente rubata a Fela Kuti.
La formula si ripete durante gli abbondanti otto minuti dell'esplicita "Afro Cuban", un meraviglioso viaggio jazz-rock suonato con attitudine dub-psichedelica. Scharin si è circondato da ottimi musicisti come il già menzionato Takuma Nonaka, il chitarrista Josh Larue, il batterista Shinpei Okaya e il pianista Yuji Takahashi. Su alcuni brani di "ん" suonano anche il percussionista Kazuya Kotani, il sassofonista Mark Cisneros ed Eiríkur Orri Ólafsson dei Benni Hemm Hemm.
Il brano in scaletta più vicino allo spirito del postrock dei Directions e degli Out Of Worship (due della dozzina di gruppi in cui ha suonato Doug Scahrin) è forse "The Hidden Persuader" una breve danza funk-rock con la chitarra elettrica in bell'evidenza sopra un lieve tappeto di hammond che ricopre il bisbiglio di Rinko Kikuchi.
Gli HiM sono oggi gli unici credibili eredi dei Material e dei Golden Palominos.
18/01/2010