Potevano scegliersi anche un moniker più sobrio, tanto basta già la loro musica a rendere i newyorkesi Child Abuse una band temibile, contesa, com’è, tra la truce intensità del noisecore più oltranzista, la geometria del math-rock e le perversioni cinetiche del grindcore.
Luke Calzonetti (voce, tastiere), Tim Dahl (basso, già nel giro dei Talibam!) e Oran Canfield (batteria), dopo l’esordio omonimo del 2007, se ne escono con questo “Cut And Run” che innalza ulteriormente le loro quotazioni. Accostato anche alla scena “brutal-prog” (quella, per intenderci, di Zs, Orthrelm, Hella, Upsilon Acrux e via discorrendo), il trio ha dalla sua una compattezza d’esecuzione decisamente al di sopra della media e, se ancora il potenziale non è sfruttato pienamente, le premesse e, soprattutto, la progressiva crescita di intensità, fanno ben sperare per il futuro.
Nell’immediato, questa dinamite fatta di forza bruta e ferocia razionalista, rinchiuse dentro strutture d’acciaio che olezzano di progressive marcio e brutale (debilitato, inoltre, da un parossistico uso delle tastiere), ci schiaffeggia che è un piacere, a cominciare da “Hold This” e proseguendo con l’interplay isterico di “Bebe”. Poi, nel brano eponimo, ma soprattutto in “Opportunity Zone”, la posta in gioco aumenta e anche la voce incomincia a dare segni di preoccupante schizofrenia… Testimonianza ulteriore della loro follia tetragona, l’ossessiva “Financial Burdon” e la frenesia nauseabonda di “Froze Toes” (degna dei Faxed Head) chiudono un disco “terroristico”.
Restate sintonizzati!
03/12/2010