Il trio piemontese, approdato per il secondo album nel roster sempre caldo della bolognese Unhip Records, trova con il nuovo “Brazil” effetivamente un Brasile dell’anima che, sin da subito, si caratterizza per una svolta decisa di stile e scrittura che ne consacra il nome tra i più promettenti e creativi delle italiche scene.
I nuovi pezzi sembrano nascere da una fusione a freddo di tribalismi da dopo-mondo industriale e ghirigori psichedelici, il tutto affondato in un pulviscolo di nubi shoegaze mesmerizzanti nelle quali è sempre l’incantesimo puro del ritmo a giocare la parte della variabile impazzita. Volendo si può parlare, a rimanere nei confini patri, di un ideale punto di incontro tra Settlefish e Disco Drive, oppure, allargando lo spettro interpretativo, di una jam a tema libero tra Liars, Animal Collective, Rapture e ...And You Will Know Us By The Trail Of Dead.
Intrappolate nei vapori di una friggitoria sfrigolante di rumori e gorgoglii in loop, si snodano melodie synthose dal groove storto ma uncinante (come nelle ottime “Amazing Tunes” o “Black Friday ”) che scavano nel sottosuolo della mente fino a rivelare la profondità siderale di galassie sepolte (come nella notevole “David’s Hole”, nel dream-ambient antartico di “A Stain In The City” o in “B1”).
Persi tra sudoku minimalisti, robotiche iterazioni di mantra ritmici e strutture labirintiche senza chiave risolutiva, i Drink To Me mettono una più che concreta ipoteca sul loro futuro, promettendo di infestare coi loro fantasmi i nostri confusi pensieri per un periodo di tempo che, c’è da scommetterci, non sarà troppo breve.
11/04/2010