Questi scarsi venticinque minuti di gotiche visioni sanciscono la comunione di intenti tra Zola Jesus e Amanda Brown, quest'ultima co-fondatrice della label Not Not Fun e già attiva con i progetti Pocahaunted e Topaz Rags. Fosche, spettrali, inquietanti: le trame dell'iniziale "Bone Is Bloodstone" non mentono, ponendo le due signorine nell'angolino più buio delle odierne chanteuse. Un ascolto non indispensabile ma, comunque, intriso di un suo fascino esoterico. La musica procede evocativa e sorniona, con un forte retrogusto "dub" a spingere queste perfide elegie verso le profondità più nere. Tra i deserti fantasmatici (con voci dissolte a mo' di nebbia) di "In The Desert", i tratti di jazz inacidito di "Searching", la tromba inabissata nel vuoto di "Vous" e la Julianna Barwick all'inferno di "Eulogy" si consuma l'ennesimo, arcano cerimoniale di quella pseudo-scena detta "crimson wave".
07/10/2010