Pocahaunted

Anno nuovo e nuovi parti in casa Pocahaunted.

Le recenti prove del duo Bethany Cosentino/Amanda Brown sono state tutt’altro che meritevoli di attenzione, con i loro vaneggiamenti psichedelici buttati un po’ casaccio, senza un minimo di controllo “emotivo”, quasi che la glorificazione della “weirditudine” (passatemi il termine) rappresentasse un obiettivo ben più importante della ricerca di sonorità davvero immaginifiche e prodighe di visioni sublimi.

Ma, forse, le fanciulle si sono lasciate un po’ troppo abbindolare dal recente clima critico, ormai alla ricerca costante di materiale sonoro che possa soddisfare appieno il bisogno dell’eccentrico per l’eccentrico, inventando di sana pianta scene e generi che, tirate le somme, hanno ben poco da offrire in termini di rivelazione artistica.
Torno, dunque, a parlarvi di Bethany e Amanda solo perché, forse, mi sono affezionato a loro, anche perché, vista la resa di questo nuovo Ep, altri motivi non riesco a rintracciare.

“Gold Miner's Daughters”, pur essendo ancora un lavoro insufficiente, ha almeno dalla sua una “Hideous” davvero buona: folk-psichedelico dilatatissimo, in cui le voci si perdono lontane, trasportando altrove la loro stessa eco, fino a rilasciare un senso di vacuità celestiale, una pace interiore “ambigua”.

Peccato solo che un brano come questo si trovi in cattiva compagnia: coralità estatica, lamine di violino e sparsi tocchi di piano fanno di “Sun” un tentativo fallito di ripetere l’arcano, mentre la lunghissima “Demon” blatera annoiata tra le retrovie, lasciandoci il dubbio che il loro demone si sia andato a fare una birra in santa pace, ormai stufo di cotanta pochezza.

08/02/2009