Ma, se con “Instinct: Decay” raggiunsero un miracoloso punto d’equilibrio tra scorza metallica e substrato psichedelico, i recenti lavori, pur se apprezzabili per la voglia di mettersi in gioco, non sono ancora riusciti nell’impresa di raggiungere risultati di un certo rilievo. Così come scrissi in coda alla recensione del loro ultimo lavoro, siamo ancora autorizzati a pensare in grande ma, nel frattempo, dobbiamo continuare a monitorare un'evoluzione in fieri, dove, consentitemi una sorta di autocitazione, la magniloquenza è sempre meno temibile e sempre più calcolata.
Ricco di soluzioni ma dispersivo, il nuovo lavoro presenta ancora tracce di black-metal (“High on Hate”, con finale atmosferico; la variante innodica di “Nightfall”, tra gotico e punk; “Blood Trance Fusion”, che, in ogni caso, è sostanzialmente thrash-core), ma il grosso dell’operazione è rappresentato da una normalizzazione in atto che, a lungo andare, finisce per risultare davvero poco incisiva. Addirittura, “No Funeral” dà vita a un ballabile conteso tra fantascienza e algido umore sintetico e “Ruined Life Continuum” si lancia in una fuga dark-wave che sembra ricalcare il lato più nostalgico degli Amesoeurs (a tal proposito, si veda anche “The End Is Eternal”, con lunga coda strumentale).
Umori spacey resistono, invece, in “Then Fires”, “Addicts” (dal mood molto anni Ottanta) e nell’esodo intergalattico di “Every Last Drop”, con solo spudoratamente David Gilmour-style.
Un disco piacevole (anche paraculo, diciamolo!), ma molto al di sotto delle aspettative.
(21/08/2010)