Sembra che molta della stampa specializzata si sia accorta – con l’uscita di“Assassins - Black Meddle Pt. 1” - dei Nachtmystium. Eppure, giusto due anni fa, la band di Chicago pubblicava “Instinct: Decay”, opera già classica del cosiddetto USBM (United States Black Metal) e, dinanzi alla quale, questo nuovo lavoro finisce per apparire solo come un assestamento; anche se di assestamento coi fiocchi si tratta.
Levigata, almeno in parte, quella furia iconoclasta che aveva trovato spaventosa trasfigurazione nel capolavoro “The Antichrist Messiah”, e accostatisi ad una magniloquenza meno temibile e più calcolata, i Nostri sembrano sempre più intenzionati a spingere molto in là il baricentro del genere, guardando oltre gli steccati con fulgida consapevolezza dei propri mezzi e battagliera dedizione (basterebbe la sola suite in tre parti di “Seasick” a confermarlo, addirittura pronta a farsi carico di sentori fusion (!), senza disdegnare anche di guardare al doom/gothic-metal degli Agalloch…).
Altrove, la band conserva quel gusto, espresso già in precedenza, per la contaminazione lisergica e spaziale: si vedano la chitarra Floyd-iana di “Code Negative”, l’epos dinamitardo di “Assassins” (che da un'esplosiva miscela di Voivod e Hawkwind arriva fino ad un ipnotico decentramento cosmico…), l’assolo galattico, in corsa, di “Your True Enemy” e le martellanti cadenze di “Omnivore”, squassata da immani visioni sci-fi.
In fin dei conti, vista l’atmosfera thriller di “Away From The Light”, è la sola “One Of These Nights”, con il suo rifferama epic-thrash, a mantenere intatto un legame con la tradizione “metallica”. Un legame ormai sul punto di spezzarsi, tanto che, nell’attesa della loro prossima fatica, siamo tutti invitati a pensare in grande…
20/06/2008