È un incontro casuale e imprevisto, quello che sembra aver modificato il percorso della musicista pop-jazz Paola Tagliaferro, che vira verso il prog e il gothic con una passione e un rispetto quantomeno encomiabile; dotata di una voce flessibile e sensuale, la cantante sposa in pieno la filosofia del progressive rock targato anni 70, pur scivolando verso territori esoterici e decadenti che evocano Dead Can Dance, Japan e il Peter Gabriel più etno-rock.
Pubblicato anche in vinile, nel rispetto di un pubblico assetato di nuove suggestioni prog mentre l'universo produttivo vira sempre più verso l'alternative/indie-rock, "Chrysalis" è comunque un'esperienza musicale da ascoltare con attenzione.
Nessuna rivoluzione e, apparentemente, nessun episodio che possa competere con quello che ha reso rimarchevole la musica prog. È però facile perdersi e restare incantati dalle raffinate soluzioni strumentali e vocali, spesso autocompiacenti, delle qundici tracce anche se permane la sensazione di un corpo compositivo elaborato e ricco che non trova linee identificative valide.
Buone performance vocali, ottime soluzioni d'arrangiamento che nascondono uno script lirico flebile sotto una coltre di suggestioni, che non riescono tuttavia a mascherare la vena melodica tipica della musica pop più banale.
Si ascolti "Frammenti di Tiaso", ove oltre le vibrazioni vocali di Paola Tagliaferro non si rivela alcuna forma lirica concreta, oppure il pasticcio etno-rock di "Touched By The Wind", nella quale l'artista mostra limiti d'approccio con qualcosa che non sia etereo e sognante.
Resta comunque interessante ascoltare un brano il cui testo è stato scritto da Pete Sinfield (nel disco indicato come Peter), ma la derivazione crimsionana è così lampante da far sospendere ogni giudizio o apprezzamento, anche perché la Tagliaferro non rinuncia alla decantazione esotica e fumosa che sfibra il lirismo del brano.
Può sembrare strano il tono eccessivamente critico delle mie osservazioni, che non giustificherebbero la presenza di questa recensione sulle pagine di Ondarock, ma ho la certezza che "Chrysalis" rappresenti un primo passo dell'artista verso un genere complesso e ricco di ostacoli, e che i protagonisti di questo progetto possiedano le caratteristiche per poter osare qualcosa di più corposo.
Qualcuno ha voluto citare anche i Saint Just come punto di riferimento di "Chrysalis", e non c'è dubbio che il mix di prog ed etno-folk sembra collegarsi alle nuove proposte di Jenny Sorrenti - ma quello che sembra mancare in queste quindici tracce è l'essenzialità e l'ardire che invece caratterizza la musicista napoletana. "Alfa e Omega", "Owls" e altri frammenti possono comunque essere oggetto di attenzione e sicuramente il pubblico prog troverà più di uno spunto per amare quest'album, ma è solo un compitino scritto con passione e gusto.
12/02/2011