Anna Aaron

Dogs In Spirit

2011 (Two Gentlemen)
alt-pop, songwriter

"Il cane compare nella mitologia classica con significati ambivalenti. Secondo Plinio è fedelissimo, vigile e nobile. Omero invece non lo apprezza - e lo dimostra il fatto che, nell'Iliade, Agamennone apostrofa Achille con l'insulto "ubriacone, occhi di cane". Vari sono i ruoli che il cane assume nei racconti del mito. Per esempio, a chi non viene in mente la sua funzione quale accompagnatore delle anime dei defunti nel mondo dei morti? Fedele compagno dell'uomo nella vita, il cane lo guida finanche dopo la morte".

Ex-studentessa di lettere e filosofia, successivamente cameriera part-time, Anna Aaron (vero nome Cécile Meyer) si è dedicata alla musica prima all'interno di alcune band e poi come intrigante artista solista. Nata a Basilea ventisei anni fa, la ragazza è già forte di un mini-Lp intitolato "I'll Dry Your Tears, Little Murderer" che le ha permesso di vincere un premio in Svizzera nel 2010 come "migliore rivelazione dell'anno" - settemila franchi sono stati la giusta dose di ossigeno per portare a termine le registrazioni della sua più compiuta e matura opera "Dogs In Spirit", in cui si intrecciano insolite citazioni tra religione, mitologia e vari sprazzi di più coraggiosa e introspettiva poesia.

Se la sua squadra e gli ospiti d'onore sono legati al mondo del jazz - in "Mary Ruth", canzone contenuta nel primo mini-album, spiccava la prestigiosa collaborazione di Ira Coleman, già bassista di Dee Dee Bridgewater e di Sting, mentre qui troviamo il trombettista Erik Truffaz (della scuderia Blue Note Records) e il suo chitarrista e bassista Marcello Giuliani - il tappeto strumentale rielabora il meglio del cantautorato femminile, passando dall'inquieta Fiona Apple alla prima Tori Amos senza tralasciare il rock viscerale di PJ Harvey (del quale ha però smussato opportunamente gli angoli). La musica è quasi una terapia per la giovane Anna Aaron, e i suoi testi - ci rivela - riguardano le molteplici diverse forme della violenza psicologica: non c'è un solo minuto sprecato tra le tredici canzoni che compongono l'opera, legate certamente da un fil rouge ma che riescono, il più delle volte, a splendere soprattutto di luce propria.

Tutto inizia con l'incedere droning di "Elijah's Chant", che riporta all'atmosfera sinistra di "The Dreaming" di Kate Bush senza rinunciare a una narrazione originale. La figura qui evocata è quella del profeta Elia, fondamentale non solo per la Chiesa cattolica (l'ordine del Carmelo lo considera il proprio padre) ma anche per le religioni ebraica e islamica.
"Sea Monsters" attinge dalla Bibbia: secondo diversi saggi Dio creò, insieme alle altre creature marine, due Leviatani - un maschio e una femmina - ma quando si rese conto che per il mondo non ci sarebbe stato scampo se i due avessero procreato, fu costretto a uccidere la femmina (la pelle del mostro ucciso venne poi utilizzata per vestire Adamo ed Eva). Il pianoforte scandisce nervoso la melodia mentre Anna canta "non ho mai voluto che tu sanguinassi/ma c'è un diavolo dentro di me". Subito dopo, in "Where Are You David", l'artista indossa i panni della moglie del vittorioso Re Davide, lo chiama a sé ("ogni uomo in città dice che ce l'ha fatta") e si interroga se potrà essere la compagna adeguata ("Do I have to be somebody new?").

"The Drainout" è un saggio recupero da "I'll Dry Your Tears, Little Murderer", stavolta con la pertinente intrusione della tromba di Erik Truffaz. Quando l'ombra fa spazio alla luce nascono perle come la successiva "Siren". La sezione ritmica sposa a meraviglia le armonizzazioni vocali e l'Hammond B3 sullo sfondo. "The Passion" è un intermezzo che spiana la strada al pop indelebile di "Queen Of Sound", vicino a certe cose dei Fleetwood Mac.
"King Of The Dogs" è il singolo di lancio, disponibile già da febbraio (in un più breve "radio edit"), che precede un'altra sicura highlight, "Joanna", che fa parte da oltre un anno delle scalette live della cantautrice. Il brano è ispirato dalla figura di Santa Giovanna, fedele discepola del Signore che è spesso citata nel Vangelo di Luca. Angeli e demoni ballano sull'orlo del precipizio nel gospel sghembo di "Since I Met You My Peace Is Gone" (qui ci si ispira a Nick Cave, filtrato attraverso le divagazioni blues dei Veils di "Nux Vomica"), prima che Anna ci trasporti "In The Devil's Camp", brano dallo sviluppo imprevedibile, arricchito dalla presenza di Andrea Espereti al trombone e di Ian Gordon-Lennox alla tuba e al flicorno (entrambi i musicisti suonano anche nei due brani conclusivi, "Fire Over The Forbidden Mountain" e "A Sun Shines On Aimée").

Pubblicato da poco e acquistabile (anche in Lp) direttamente dal sito dell'etichetta Two Gentlemen, "Dogs In Spirit" ha raggiunto la dodicesima posizione nella classifica degli album più venduti in Svizzera. Registrato allo Studio du Flon di Losanna, il disco è stato masterizzato a Londra da Chris Potter (che ha recentemente curato le ristampe dei Suede).
Ripetuti ascolti rivelano un songwriting già maturo, di alta qualità, che assorbe influenze tra le più disparate con gusto e senza posticce ridondanze. Molto più "persona" che "personaggio", Anna è un'artista dall'insolita modestia (nelle interviste è timida, ha un volto pulito, e il più delle volte si schernisce affermando che le canzoni "le nascono da sole" o che scrivere è un processo che in sé non ha nulla di "magico") ma che ha già tutte le caratteristiche necessarie per affermarsi ed emergere. In patria (e in Germania) si sono già accorti di lei. La attendiamo fiduciosi anche in Italia.

18/09/2011

Tracklist

  1. Elijah's Chant
  2. Sea Monsters
  3. Where Are You, David?
  4. The Drainout (featuring Erik Truffaz)
  5. Siren
  6. The Passion
  7. Queen Of Sound
  8. King Of The Dogs
  9. Joanna
  10. Since I Met You My Peace Is Gone
  11. In The Devil's Camp
  12. Fire Over The Forbidden Mountain
  13. A Sun Shines On Aimée

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