Free all the monsters now
Let them fly up and away
(Da "Free All The Monsters")
C'è, forse, più affinità tra Robert Scott, frontman dei Bats, e il vecchio manicomio di Dunedin che con qualsiasi altro edificio della zona. Un luogo di emarginazione ma, allo stesso tempo, un recinto edenico immerso nella natura (basta accorgersi del concerto di cinguettii all fine di "In The Subway") e abitato da anime più sensibili e forti. La settimana di isolate registrazioni al Seacliff porta alla pubblicazione di questo "Free All The Monsters", l'ottavo album della band capostipite del Dunedin Sound, prodotto da Dale Cotton, già collaboratore dei cugini The Clean. Si preannuncia questo il periodo clou per i Bats e la Flying Nun, pronti a festeggiare i trent'anni dell'etichetta e il ritorno del gruppo con edizioni speciali (ad esempio "Daddy's Highway" in vinile e una probabile accoglienza pirotecnica presso le testate musicali indipendenti di tutto il mondo).
Un vivido ma non scontato ottimismo pervade il dolce cullare di "Getting Over You", la morbida saggezza di "See Right Through Me". Una rinnovata innocenza diventa filtro della realtà, un'accettazione delle sconfitte e delle sventure illumina i passi delle canzoni.
Rinnovata e acuita è anche l'intesa tra la Woodward e Scott, per come la lead guitar diventa una presenza più evidente e per come si complementano le voci dei due (ad esempio nella bella "Fingers Of Dawn"). Ma è soprattutto nell'inno sgangherato, nel gentile trionfo della title track che la band pare accendersi nuovamente, prendendo coscienza di sé e della propria storia. Tre semplici accordi in quattro battute, una progressione di quelle che solo band come i Teenage Fanclub hanno la classe per rispolverare, il riff di ispirazione post-punk della Woodward e la vocalità incalzante di Scott: questi gli ingredienti di una rinascita.
La magia del Seacliff ispira la strumentale "Canopy", passeggiata colma di stupore e reverenza nel fitto della foresta, mentre il fascino imperfetto della band riemerge nella dolcezza dell'iniziale "Long Halls".
In "On The Bank" sembra di essere insieme a loro, sulla banchina di Dunedin, ciondolando impercettibilmente al ritmo della loro svagatezza psichedelica, a osservare il mare alzarsi e abbassarsi. È tutto qui, in fin dei conti, il segreto dei Bats: non si staccheranno mai da quella banchina, dal Seacliff, ma continueranno a guardare l'oceano, con un misto di attrazione e repulsione, cercando un Altrove attraverso le cose più semplici.
Apples and orange juice
I can't taste them like before
Simple things again
I don't feel them anymore
I will wait for you
Until the day
Yes I will wait for you
If I may
da "Simpletons"
18/11/2011