Con una line-up perennemente cangiante (o meglio estemporanea), e per la prima volta con una voce femminile (la londinese Geraldina Swayne, già artista multimediale, anche multistrumentista), l'ormai fittizia sigla Faust ritorna, neanche due anni dopo "C'Est Com Com Compliquè", con "Something Dirty". Tutto sulle spalle di "Zappi" Diermaier (il batterista che è l'unico ricordo del gruppo storico). Un rock 'n' roll industriale più o meno dilatato che è in realtà una raccolta di triviali deja vu (i tardi Pink Floyd di "Lost The Signal") da parte di imitatori poco capaci. Eccezioni: i brevissimi elettroshock di "Whet" e "Pythagoras", e la sarabanda percussiva della title track.
02/02/2011