Strano e inatteso il piacere che riserva l'ascolto di "Time Together", nuovo album di Michael Franks.
Artefice da circa quarant'anni di un suono raffinato, con una carriera contraddistinta dalla discrezione e dall'eleganza, l'artista rappresenta un caso unico di musicista pop poco incline al successo e insofferente ai riflettori dello star system.
Abile compositore e arrangiatore, le sue canzoni figurano nel repertorio di Patti Labelle, Diana Krall, Carmen McRae, Manhattan Transfer e Carpenters, la sua produzione è caratterizzata dall'incredibile sequenza di nomi celebri del jazz, coinvolti dal puro piacere di suonare con l'artista americano.
Non cercatelo nei dizionari del rock e non sperate di trovarlo nelle playlist di Scaruffi o Reynolds, Michael Franks non conosce strategie culturali e pubblicitarie per concentrare l'attenzione dei media.
Schivo e tenace, autore di ben diciotto capitoli privi di grosse variabili, ma spesso convincenti e a volte encomiabili, privilegia l'arte di songwriter a quella di venditore porta a porta.
Tracce di country che citano James Taylor e Paul Simon, una saudade degna di Antonio Carlos Jobim ed elementi jazz consacrati all'eleganza più classica di maestri come Dave Brubeck e Stan Getz, per un crossover stilistico che non ha eguali.
Ai distratti frequentatori del pop da sottofondo non sarà sfuggita la malsana aria mielosa e poco accattivante del soft-jazz che dai primi anni '70 invase la produzione delle case discografiche americane, un esercito di album concepiti a tavolino e ricchi di ospiti illustri, ma privi di qualsiasi valore artistico; nulla a che vedere con Michael Franks spesso oggetto di culto delle college-radio americane, vero termometro della creatività e della originalità di un artista.
Pochi compromessi nella sua discografia ("Skin Dive" del 1985), rinnegati istantaneamente con album di ottimo livello e un ritorno convinto e appassionato al suo grande amore per la musica brasiliana.
"Time Together" giunge dopo cinque anni da "Rendevous In Rio" senza apparenti novità, anzi i titoli sembrano un elenco di citazioni e parodie della sua carriera, ma quello che sorprende è la notevole qualità delle canzoni che consolida l'album non solo come il migliore dell'artista nell'ultimo decennio, ma addirittura il suo miglior album dai tempi di "Burchfield Nines".
Sono sorprendenti la vitalità e lo swing che animano le undici tracce di "Time Together"; la raffinata rilettura della bossa-nova di album come "Sleeping Gypsy" si adorna di raffinate soluzioni strumentali, che rimandano a "Tiger In The Rain" e conservano il flavour jazz-pop di "The Art Of Tea", che alcuni critici paragonarono all'opera dei migliori Steely Dan.
Lo stile unico e inimitabile di Franks è restituito in tutto il suo splendore, la voce resta confidenziale alla maniera di Chet Baker, l'equilibrio tra il lirismo dell'autore e le pregiate soluzioni strumentali è vicino alla perfezione, il tutto è associato a testi personali e ispirati.
"Now That The Summer's Here", biglietto da visita del nuovo album di Franks, è un prevedibile mix di jazz e musica brasiliana dai toni confortevoli, impreziosito dal sax di Eric Marienthal, che anticipa solo alcuni dei pregi di "Time Together".
Tutti i musicisti sono parte vitale delle canzoni, Romero Lubambo sottolinea con solarità il viaggio autobiografico di "One Day In St. Tropez", che tra citazioni di Brigitte Bardot e ritratti agrodolci della cultura europea offre uno dei momenti più sofisticati e pregevoli dell'album, mentre un notevole intreccio di chitarra acustica e pianoforte ricama un tessuto sonoro perfetto.
Il piacere è ancor più nobile quando approdano le note di "I'd Rather Be Happy Than Right", una malinconica bossanova ricca di swing, che l'acustica di Chuck Loeb trascina verso il miglior smooth-jazz di Wes Montgomery, una delizia che insieme alla conclusiva "Feathers From An Angel's Wing" si aggiunge ai classici dell'artista.
Funky e soul si annidano nella più vivace e urbana "Summer in New York", con un avvincente solo di trumpet di Till Brönner, mentre "Charlie Chan In Egypt" compie un viaggio nel passato attarverso un omaggio al cinema anni 30, con un malsano jazz-blues e polverosi assoli di sax e tromba. Spetta invece a "Samba Blue" ripristinare solarità e relax con una prevedibile ma comunque piacevole ballata soft.
Un altro grande amore di Michael Franks è la difesa dei diritti degli animali, che da anni sostiene insieme alla Hua: la title track è un delicato e tenue ricordo di Flora, la cagnolina del musicista morta nel 2010, adottata dopo aver subito due anni di stenti e maltrattamenti e vissuta dodici anni con la famiglia del musicista californiano. È invece un topolino l'oggetto poetico di "Mice", esempio di umiltà e gratitudine per noi uomini, il vibrafono di Mike Mainieri sottolinea con classe le preziose atmosfere acustiche del brano, un altro prezioso tassello in un insieme musicale di pregevole fattura.
"Time Together" è un album il cui contenuto sonoro è alieno a molti nostri lettori, ma quello che va sottolineato è il grande spessore dell'artista, uno dei pochi capaci di convincere anche un pubblico indifferente a un jazz educato e raffinato come quello di Michael Franks.
Per i cultori dell'artista l'album rappresenta una gradita sorpresa: tutto è vibrante e stimolante, le canzoni sono mature e spontanee. "Time Together" è uno dei suoi album migliori, un ritorno alla forma riuscito e appassionato.
29/06/2011