Già detentore di cassette e album a proprio nome, il progetto di Brian John Mitchell - Remora - ritorna con "Scars Bring Hope" all'impegno e all'ambizione di "Enamored" (2005), ad oggi probabilmente il suo acuto migliore.
Dopo l'introduzione di "Awake Arise", un ostinato ribattente alla Swans, con cui dà prova di maneggiare anche altri strumenti (piano e elettronica) oltre alla sua intransigente chitarra acustica, la raccolta spazia da incalzanti industrial-folk, incupiti come sotto una tempesta fatale ("Nevada Smith"), a stomp-country dall'ampia cantabilità ("Let's Fall in Love"), persino a boogie gotici che mimano dei Joy Division in bassa qualità ("My Brothers Funs and Knives").
Ancora lo spettro di Gira emerge nel raga mistico di "Protector of Builder Of Airplanes", che sembra uscito da un tardo disco degli Angels Of Light, mentre l'anima di Leonard Cohen irrora tanto "We Come from the Sea" che "Future of Man".
Il paesaggio lisergico di "Static Is Motion" è un breve preludio ai tredici minuti di pulsazioni e vagiti di "Angel Falling Through Water", sorta d'inno strumentale ciclico sperduto in una nebbia cosmica, a mo' di "amen" o di "om", in cui confluisce l'intera opera.
A parte i riferimenti a David Tibet o Matt Elliott, quello del canadese Mitchell è un giroscopio stilistico con la magia di tramutare o camuffare le tinte monocromatiche in palpiti accesi, e di stirarle dal privato ramingo fino alla visione grandiosa. Ultimo fiore all'occhiello del suo roster, Silber Records, da one-man label a etichetta internazionale di tutto prestigio.
14/11/2011