Boyd Rice/ NON

Back To Mono

2012 (Mute)
industrial, noise
7.5

L’eccelso pioniere del rumorismo industriale nonché artista trasversale dedito a un insano collezionismo di Barbie (tanto da raggiungerne il primato mondiale), archivista puntiglioso degli scritti di Charles Manson e social-darwinista in divisa nazi (o in mise da avventuriero dell’Africa subsahariana), è tornato.
Per il misantropo che mai ci si aspetterebbe di trovare dietro la consolle da dj di un Tiki Bar (il suo!) di Denver, mentre seleziona pezzi lounge con indosso un’abbondante camicia hawaiana e trinca sornione i suoi Mai Tai con tanto di ombrellini in carta velina rosa, un intero decennio senza “NON” è stato più che sufficiente.
Già, perché sono trascorsi dieci anni dall’ultima apparizione della più longeva creatura riceiana, materializzatasi nelle inattese venature dark-ambient di “Children Of The Black Sun”.

Nel frattempo, svariate compilazioni, nuove collaborazioni con Death In June (“Alarm Agents”, 2004 e “Music, Martinis, and Misanthropy 21st Anniversary”, 2011) e ristampe con annessi bonus di quelle più convincenti e datate (“Heaven Sent” del progetto Scorpion Wind, uscito la prima volta nel 1996), senza tralasciare l’improbabile accoppiata con Giddle Partridge in “Going Steady with Peggy Moffitt” e l’esperienza condivisa nel 2008 con l’amico di sempre Stefan Joel Weisser, in arte Z’EV.
Con “Back To Mono”, pubblicato in un'edizione limitata di mille copie in vinile con cd allegato, NON si ricongiunge ai flussi rumoristici delle origini attraverso lo stesso processo compositivo del quale è stato riconosciuto “antesignano”: la creazione e il reiterato utilizzo di campionamenti prima ancora dell’avvento del sampler, o N.M.U. – Noise Manipulation Unit – (come lo stesso Boyd l’ha poi ribattezzato).

Tra le Colonne d’Ercole “Turn Me On, Dead Man” e “Warm Leatherette”, la prima un tributo a “Psyché Rock” – evergreen della musique concrète di Pierre Henry e Michel Colombier – firmato a quattro mani con Z’EV e la seconda un’ennesima, spassosa cover del singolo di Daniel Miller (aka “The Normal”), si staglia fiero l’alienante universo sonoro di NON, abitato da spettri del passato (“Watusi”, 1978 e “Scream”, 1979), risorti grazie alle nuove registrazioni fatte da Wes Eisold dei Cold Cave, e da indicibili creature di più recente forgiatura.
La carica esoterica di “Seven Sermons To The Dead” risiede nell'ispirazione all’omonimo opuscolo scritto in giovane età da Carl Jung, interamente incentrato sullo “gnosticismo” e contenente i cenni di quelli che, successivamente, sarebbero diventati i capisaldi della sua opera scientifica sulla natura antitetica dello spirito e dell’esistenza umana.
“Obey Your Signal Only” prosegue sullo stesso filone, aggiungendo derive individualistiche e sfiorando l’ipnosi nelle sue manipolazioni ridondanti; “Man Cannot Flatter Fate” arresta la recrudescenza di questo micidiale terzetto con una dose letale di puro isolazionismo harsh.

La versione live di “Back To Mono” è forse l'unico riempitivo dell’album, nonostante confermi l’idea della dimensione performativa di Rice.
La riuscita di “Turn Me On, Dead Man (Reprise)”, invece, è in gran parte dovuta ai sinuosi movimenti delle mani di Z’EV, che ci consegna una perla nera di interminabili riflessi metallici.
“Fire Shall Come”, già nella tracklist di “Wolf Pact” del progetto Boyd Rice & Friends, è un biglietto d’auguri riciclato che porta anche la firma di Bryin Dall (metà dei Thee Majesty di Genesis P-Orridge e demiurgo degli Hirsute Pursuit), che ha contribuito a risaltarne il piglio marziale e vestito i panni di co-produttore di buona parte dei brani del presente album.

Di autoreferenziale in “Back To Mono” vi è poco quanto nulla, per la semplice ragione che, nonostante i quasi quarant’anni trascorsi dalla pubblicazione del leggendario “Black Album” (esordio del 1975), i torbidi reflussi di fattura industriale che NON ha maniacalmente confezionato nelle ultime quattro decadi restano tuttora collocabili nell’ambito dell'"avanguardia sonora", piuttosto che in quello di “patetico revival” ad opera di un eccentrico artista ultra-cinquantenne, tutt’altro che imbolsito.

20/12/2012

Tracklist

1.    Turn Me On, Dead Man
2.    Watusi
3.    Back To Mono
4.    Seven Sermons To The Dead
5.    Obey Your Signal Only
6.    Man Cannot Flatter Fate
7.    Scream
8.    Back To Mono (Live)
9.    Turn Me On, Dead Man (Reprise)
10.    Fire Shall Come
11.    Warm Leatherette

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