Mescaline Babies

Un paio d'anni fa hanno fatto la loro comparsa sulla scena underground nazionale i Mescaline Babies, una giovane formazione padovana che si proponeva di mantenere ardente la fiamma del death-rock in un periodo in cui si era decisamente affievolita, dopo un apprezzabile revival negli anni Zero.
A testimoniare la riuscita di tale obiettivo troviamo una manciata di Ep che ci hanno consegnato una band dal sound convincente, in un periodo in cui i migliori nomi del decennio trascorso (Cinema Strange, Bloody Dead And Sexy etc.) sembravano aver lasciato il campo a emuli di Rozz Williams di dubbia qualità.
Per i Mescaline Babies è giunto quindi il momento di esordire su full-length e lo fanno con un Lp - da loro stessi registrato - che è valso loro un contratto con la Danse Macabre di Bruno Kramm (Das Ich).
In questo "Crush" il suono guitar-driven del gruppo viene valorizzato dalla produzione, in grado di metterne in risalto la potenza, mentre il songwriting maturo sostiene i brani in modo efficace.

Nel corso dei quarantacinque minuti dell'album il gruppo si muove tra death-rock ("Distorted Youth", "Jacobin Fever", "Skeleton Kids"), possente gothic-rock ("Ashtray Head", "Gehenna") e reminiscenze post-punk ("Heart Full Of Wine").
Il linguaggio dominante è senz'altro quello dei seminali Christian Death di "Only Theatre Of Pain"; in alcuni punti è una darkwave malinconica che si insinua tra le pieghe dei brani, in altri le chitarre potenti e l'intonazione della voce rievocano, a sorpresa, il meglio dell'alternative rock degli anni Novanta. Quest'ultimo è un ospite inatteso ma assai gradito, un innesto peculiare che non stona affatto, ma anzi caratterizza in maniera ancora più decisa il sound di questi punk gotici.

Si tratta di un debutto che non lascerà sicuramente indifferenti gli amanti del doppio filo che lega la pomposa teatralità del glam a quella più umbratile di certo goth, concentrata in undici brani incisivi e d'impatto.

04/03/2012