Eppure la delusione dopo il bell'Ep dell'anno scorso è forte: si può pensare finchè si vuole che questo sia un disco poco accessibile - vicino a "Ghost Tropic" di Molina per destrutturazione, ma senza potere evocativo - che sia un disco adatto a certe condizioni, ecc. ecc.
Ma la sensazione di mutilazione artistica che già traspare da come Johnson presenta il disco in Rete ("Lasciate che si riveli!") parla dello stato di contrizione che affligge le roche tirate acustiche del disco, delle sue viscere cieche.
Accordi in minore si avvitano senza via d'uscita su se stessi, in un vortice avviato da poche, piccole idee d'arrangiamento - qualche nota di tastiera, la chitarra muta della strumentale e tempestosa "Rosanky", il fiddle dolente di "Riding From Within", le drammatiche tirate noise di "Bloodkin Push (Forget The Ones)".
Il sentimento non manca, a "Scorpion": ma le idee compositive sono veramente troppo poche per dare un po' di vita a un disco tanto sofferto quanto inerte.
(17/09/2012)