Non bastava la sorpresa, pesante e frastornante, di “
Quintale”. Non bastava a Giovanni Succi e Bruno Dorella aver mutato il proprio suono verso estremismi metallici, dopo aver scavato nel blues sepolcrale più decomposto e sanguigno.
“Festivalbug” è un Ep, un regalo scuro e nascosto, con cui i
Bachi da Pietra decidono di chiudere il 2013. Solo tre tracce, di cui due: “Tito Balestra” e “Madalena” provenienti dalla sessione di “Paolo il Tarlo” e “Coleotteri”, ma che ci mostrano un altro viso dei nostri.
Una faccia poco visibile, nascosta nella poca luce sporca di un qualche locale abbandonato, che riprende i movimenti blues e pesanti delle radici
nere dei Bachi da Pietra; radici che scavano la pelle della musica nera per giungere a un tavolino scassato e qualche nota ripetuta lentamente. Parole precise, ben dosate, come un racconto cadenzato e ipnotico vogliono raccontare storie successe per caso e storie d’altri tempi, oltre a un resoconto dettagliato di come è andato il baratto, l’operazione di scambio tra fan e band tra suoni e cortesie.
Un disco che chiude il cerchio del festival itinerante dei due insetti. È il classico disco limited for fans only, ma dentro contiene una paio di poesie splendide quanto marce che sarebbe un peccato disperdere.
25/11/2013