Certo è dura immedesimarsi nelle preoccupazioni amorose di Lopetegi, quando l’invito espresso è spesso quello di alzarsi dalla sedie e muoversi sul dancefloor: synth vellutati, uso chirurgico dei flauti, un ritmo appiccicoso e melodie retromaniache da nostalgia 80’s (“You Know It’s Right”).
Rispetto a “Subiza”, c’è da registrare una maggiore e tangibile presenza di chitarre in odore dream-pop (“Keep Up”) e, più in generale, un suono morbido e meno immediato, nonostante non manchino momenti smaccatamente dance, da “Destitution Time” - i cui cori sono opera di Glasser - a “Inspire”, passando per “Walk High”. Una menzione speciale merita anche “Unhold”, dove a prestare la voce e a prendersi letteralmente la scena è Caroline Polachek dei Chairlift.
Questo nuovo album album dei Delorean può contare su una produzione più curata (le voci sono molto più chiare e definite rispetto al passato) e su una ricerca più incisiva del chorus e del ritornello orecchiabile. A farne le spese è stato il ritmo complessivo, il beat costante riscontrabile in “Subiza”, una scelta precisa che, seppur snaturando quella che era la natura classica dei Delorean, alla fine ha pagato.
(18/10/2013)