In proprio, Martz è invece un compositore serio e austero, tanto da poterlo confondere con grandi musicisti di conservatorio come Penderecki, Kagel o Xenakis. La sua discografia solista è da considerarsi imperdibile e centellinata: solo quattro album a partire dal 1978 ad oggi e tutti stampati in forma privata e limitata. Questa compilation “Распад” (titolo che, tradotto in italiano, sta per "disintegrazione") è stata ideata per il mercato russo, in occasione delle recenti performances di Martz in San Pietroburgo. Un’occasione quindi unica per poter assaporare ogni aspetto della grande arte musicale di questo bizzarro autore, vista anche l’irreperibilità dei suoi dischi originali.
Martz è l’espressione più autentica del massimalismo applicato alla musica classica contemporanea. "Disintegration", dissonante e detonante come da manuale, prosegue il discorso intrapreso con il doppio e monumentale “The Pillory/The Battle” (Under The Asphalt 2005). “The Battle” (qui ridotta a dieci minuti) riesce a creare dei climi d’angoscia e d’attesa su una partitura di stampo post-weberniano. “The Pillory” è un estratto dal primo capolavoro omonimo di Martz, uscito per la All Ears nel 1978, ed è anche l’opera dove sono più evidenti e marcati gli stilemi del suo maestro Frank Zappa (in quello stesso anno, i due collaborarono insieme): un’ossessiva marcia scandita su un ostinato di ottoni e archi con però un finale degno dei compositori tedeschi tardo romantici.
“Erosion” presenta una sorta di Luigi Nono impazzito su un tessuto sonoro fortemente e follemente percussivo, dove il tutto viene condotto verso atmosfere d’oltretomba con tanto di campane tubolari nel mezzo. “Corrosion” è invece una più canonica sonata da camera (un adagio per pianoforte, violino e clarinetto), ma non per questo meno ardita delle sue composizioni massimaliste. “In Opposition”, posta in finale, è un tetro requiem per organo barocco e mellotron, che pare provenire da una colonna sonora di un film horror italiano degli anni Settanta (si pensi a “L’Anticristo” o a “Drammi Gotici” di Morricone).
Peccato che ogni traccia sia stata qui ridotta (per ragioni di spazio) a soli dieci minuti ciascuna. Comunque sia, un sampler caldamente consigliato.
(11/05/2013)