Forse non provvisto di particolare profondità (come pure il nome della band lascia intuire), quell’Ep aveva gettato le basi di questo lavoro, che a dir la verità spiazza non poco.
Le ballate morriconiane (l’iniziale title track) si trasfigurano in finali muscolari Cave-iani (complimento gratuito), all’insegna di un’emozionalità scontata, come di un Neil Young con la luna storta. Carroll intona con fervore Sheff-iano le sue storie di frontiera (“Buried In The Murder”), ma in questo grande scatenarsi di fiati, di armonizzazioni a piena voce (“Everything You Need”, “Over Edgeware”) la sensazione è sempre quella che si stia prendendo la strada più facile, toccando corde facili e ammiccando agli strepiti di Mumford And Sons e Lumineers.
Quel che rimane è una rievocazione western da parco divertimenti. Un benvenuto ai Lonely Wild nel mondo dei “professionisti”...
(11/04/2013)