La figura di Stromae, giunto anche al n.1 della classifica italiana dopo l'apparizione a Sanremo, è una di quelle capaci di mettere in difficoltà qualsiasi approccio critico: il musicista belga, in verità, non era passato inosservato con “Alors On Dance”, un brano tra hip-hop e dance apparentemente nichilista e invece amaro e ricco di crudeltà esistenziale, in cui l’estasi della musica era l’ultimo antidoto alla sempre più crudele crisi economica e di valori dei nostri tempi, una “Panic” all’inverso dove il dj diventa l’unico capace ancora di colloquiare con i giovani. Non stupisca questo avvicinamento con Morrissey e gli Smiths, perché in gran parte il successo dell'artista è dovuto al forte impatto dei testi, che sembrano raccontare senza troppe indecisioni la crisi esistenziale della nuova generazione di tutta Europa. Immagine perfetta della multietnicità moderna, Stromae è soprattutto un progetto, dove il musicista diventa attore non protagonista di rappresentazioni sociali e culturali, che poi rende personali ma altresì autonome e capaci di procedere da sole.
La sensibilità di Paul Van Haver (suo vero nome), unita a una curiosità culturale, viaggia verso i confini della provocazione intellettuale, evocando spesso il nome di Jacques Brel (di cui ricorda alcuni timbri vocali); nonostante la grandeur e la pomposità dell’insieme, la genuinità degli intenti viene fuori in più occasioni come nel sentito omaggio a Cesária Évora in “Ave Cesaria”.
Il rapporto conflittuale tra padre e figlio ("Papaoutai"), le sempre più travagliate relazioni tra il marito-padrone e la moglie-ribelle ("Tous les mêmes"), il fallimento e la perdita di fascino e potere ("Formidable"), il cancro e la sua inesorabile espansione ("…tu ami i bambini piccoli, sicuramente nulla ti ferma", canta in "Quand c'est?"), la mancanza di acqua nei paesi più poveri ("Humain à l'eau") e il razzismo ("Bâtard") sono un campionario abbondante, se non proprio eccessivo, di risvolti sociali e politici dei testi di Stromae.
Non amo valutare la musica solo in base alle intenzioni o ai pur pregevoli contenuti lirici, è evidente che Paul Van Haver sia un avido lettore dei poeti francesi Arthur Rimbaud, Guillaume Apollinaire o Louis- Ferdinand Céline, ma la sua scrittura è forte e incisiva, e al valore poetico dei suoi testi corrisponde anche una lodevole veste sonora.
L’energia di "Papaoutai" è una delle intuizioni pop più brillanti, con il piano che introduce l’ossessivo refrain che un synth acerbo trascina verso la trance psych-dance-beat; il rap elettro-house/afrobeat di "Bâtard" va ben oltre le pur piacevoli intuizioni del suo vecchio hit-single “Alors On Dance”, mentre le nuance etniche di "Ave Cesaria" sono fluide e naturali e mettono in evidenza l’altra sua terra d’origine, ovvero il Ruanda.
“Racine Carrée” (o come chiamato da alcuni “V”) è un album compatto, dove i molti singoli spiccano non tanto per la mediocrità del resto ma per le loro incredibili intuizioni; “Formidable” mette insieme il fascino della canzone d’autore con un testo brillante e una evoluzione melodica che resta memorabile e che qualsiasi musicista avrebbe voluto scrivere o intuire, "Tous les mêmes" si muove invece su canoni mainstream più forti e decisi, con il suo mix di r’n’b e hip-hop in chiave dandy, che è abilmente sottolineato dal pregevole video, dove Stromae mostra doti d’attore e performer.
Non mancano piccole zone d’ombra in “Racine Carrée”, verso il finale sembra che il nostro perda un po’ le fila del discorso, ma una particoalre attenzione alla lezione sonora di Woodkid e dei suoi ambiziosi arrangiamenti apre nuovi sviluppi alla musica del belga. Certamente il successo mette in ombra molte delle sue credenziali nei confronti del pubblico, ma i più attenti hanno già individuato nella sua proposta più di uno spunto lodevole.
Stromae sembra interessato a rappresentare l’insoddisfazione generazionale con un realismo e una malinconia intrisa di ritmo e giochi di parole; il suo è un album capace di dare voce a un risveglio culturale, ma senza rinunciare a quella universalità che ha reso grande alcuni eroi della pop music.
27/04/2014