Woodkid

The Golden Age

2013 (Island)
art-pop

Per un artista il cui curriculum è ricco di splendide intuizioni visuali, il formato classico del cd deve essere un compromesso difficile: per Yoann Lemoine (aka Woodkid) il suo album di debutto rappresenta in verità un diario, dove appunti di creatività e genio fanno fatica a mostrare istantaneamente tutto il loro fascino.
“The Golden Age” giunge quindi dopo l’Ep “Iron” e un suggestivo clip che ha fatto scuola in tutta Europa, Italia compresa (ne sa qualcosa Adriano Celentano) oltre ai successi come regista di video per artisti come Lana Del Rey e Katy Perry.

La musica di Woodkid possiede una sua forza e una sua logica, è un impianto sonoro ben definito che marchia subito la differenza con migliaia di altre proposte attuali. Tastiere, fiati e tamburi sono gli elementi di un'improbabile orchestra il cui tono narrativo scorre tra flussi melodrammatici e racconti al limite del fantastico, per un suono gotico che deve molto alla magniloquenza di “Lord Of The Rings”, ma anche a quella poesia elettronico-urbana che ha animato molta produzione folktronica.
La malinconia di Woodkid non possiede però il tono austero e sofferto di Antony Hegarty o di James Blake, tutto infatti è più confortante ed evocativo, diventa una musica che scorre senza turbare, ma che vanta una consapevolezza artistica lodevole.

L’ambizioso folk-rock medievale di Yoann è sempre amabilmente epico: tra fanfare, campane, virtuosismi orchestrali e imponenti strutture percussive, l’album scorre tra stati emotivi coinvolgenti e piaceri più epidermici, mentre la voce quasi esangue smorza l’enfasi rendendo il tutto ancor più poetico e solenne. I tre singoli “Iron”, “Run Boy Run” e “I Love You” conducono quindi le fila della rappresentazione sonora che Woodkid mette su con un'abilità e una maestria da artista navigato. La sua arte, ricca di ribellione simbolica, si serve pertanto delle paure ancestrali e della iconoclastia religiosa per sovvertire un immaginario collettivo dove le metafore sono più forti della realtà: il tutto diventa una fiction, un kolossal in musica che, nonostante alcuni momenti deboli (“The Shore”), ha dalla sua una sua linea narrativa forte. Ecco quindi che le tre tracce già pubblicate come singolo ben delineano i temi ricorrenti delle canzoni di Woodkid: la crisi dell’adolescenza, gli eroi e gli ideali che danno un senso al proprio destino, inseriti in un'alchimia che fluttua tra archi svolazzanti e percussioni ossessive, per un avventuroso contorno musicale che contrasta la banalità della realtà.

Non fatevi ingannare dalla coltre di fumo che “The Golden Age” sparge intorno alle quattordici tracce: la purezza emotiva di brani come “Boat Song” e “Where I Live”, due ballad per piano voce e orchestra che non sfigurerebbero nel repertorio di Antony & The Johnsons, non concedono molto spazio al dubbio.
E per quanto Yoann Lemoine rischia di sembrare poco avventuroso e geniale, con la sua creatività che pare girare intorno a poche intuizioni ripetute all’infinito, la verità è che le stesse hanno un’intensità rara per la musica pop moderna. Inoltre, la musica dell'album è funzionale a un insieme artistico più complesso, fatto di splendide performance live, eccellenti video e una potenzialità artistica che può ancora sorprendere.

Tra tentazioni elettronico-progressive (“Conquest Of Space”), citazioni classiche (“Stabat Mater”) ricoperte da arrangiamenti che contrastano il massimalismo imperante, si scorge dunque un'autorevolezza che imbarazza e affascina allo stesso tempo.
Insomma, Woodkid è una realtà artistica concreta, ricca di contraddizioni apparenti che vi indurranno a una scelta drastica: prendere o lasciare.

22/04/2013

Tracklist

  1. The Golden Age
  2. Run Boy Run
  3. The Great Escape
  4. Boat Song
  5. I Love You
  6. The Shore
  7. Ghost Lights
  8. Shadows
  9. Stabat Mater
  10. Conquest of Spaces
  11. Falling
  12. Where I Live
  13. Iron 
  14. The Other Side 




Woodkid sul web