Il ventottenne francese aggrega al suo curriculum un avventuroso progetto indie dal nome Woodkid, e con l'Ep "Iron" introduce la sua moderna rilettura del chill-out coinvolgendo il versante tecnologico nel romanticismo decadente.
Quattro brani e due remix: le prima gesta raccolte in suono e immagini, con un esplosivo video ("Iron") che si candida come una delle migliori visioni dell'anno trascorso.
Anthemico e perfetto il crescendo emotivo di "Iron" - la voce malinconica e cruda si erge su orchestrazioni potenti ma comunque essenziali e violente, il tocco glaciale delle incursioni elettroniche è appena temperato dalla voce calda e avvolgente.
La voce traghetta invece le emozioni più flebili di "Brooklyn", un omaggio in chiave acustica al fascino ambiguo e contagioso di New York; ma Yoann Lemoine abbandona la chitarra per un prezioso minimalismo pianistico, avvolto in sontuose trame orchestrali e furiosi squarci chitarristici ,"Baltimore's Fireflies", che evocano James Blake e Philip Glass.
Il fascino da maudit francese è più evidente nella più prevedibile "Wasteland", ma è solo una pausa prima che due remix di "Iron" sottolineino con maggior vigore la grandeur potenziale di Yann Lemoine e dei suoi Woodkid.
Se anche il preannunciato album completo dovesse solo ripercorrere queste prime trame sarà comunque un album da abbracciare, nel frattempo le immagini di "Iron" si stagliano con forza sul palcoscenico calante del 2011 appena trascorso.
(20/01/2012)